C’è un mistero più misterioso di qualsiasi altro tra quelli riguardanti le morti eccellenti del rock, più del dubbio che sia stata Courtney Love ad accoppare Kurt Cobain, più dell’insinuazione che Jim Morrison in realtà sia vivo e la passi tutto sommato bene come guardia forestale negli States. È la morte di Paul McCartney. In gergo, PID (“Paul is dead”). Il quale, ovviamente, è vivo e vegeto, almeno secondo un buon 70% circa dei fans dei Beatles (tra i quali il sottoscritto), e capace di sfornare ancora qualche zampata vincente, come Chaos And Creation In The Backyard del 2005. Ma c’è un quasi 30% di beatlesiani che ritiene che il Paul che gira tra noi sia in realtà nient’altro che un rimpiazzo che ha preso il posto del vero Paul, deceduto in un incidente d’auto del 1966, lo stesso cui avrebbe fatto riferimento John Lennon in A Day In The Life (nonostante il buon John si sia affannato a chiarire che non era quello l’incidente cui si riferiva, per l’ottimo motivo che quell’incidente – mortale - non è mai esistito).
La leggenda inizia a diffondersi il 12 ottobre 1969, quando a radio WKNR di Detroit telefona un certo H. Alfred (ma nessuno ha mai notato che è un palese pseudonimo per Hithcock Alfred?) divulgando la notizia, aggiungendo che i restanti Beatles hanno sostituito il vero Paul e disseminato di tracce ed indizi nascosti i loro dischi. Da qui una vera e propria isteria che non si è ancora fermata ed anzi, recentemente ha ripreso forza e vigore. Comunque la si giudichi, verità nascosta o Grande Burla (o Bufala, fate voi), questa è una storia affascinante (anche perché il nuovo Paul, o “Faul”, come viene chiamato in gergo da chi crede al complotto, avrebbe composto alcune delle cose più entusiasmanti dei Beatles, dando pure vita a una carriera solista con alcuni momenti di purissima luce, come Maybe I’m Amazed o Live And Let Die). Il merito del libro di Cartocci è quello di essere il più completo al mondo sulla vicenda. Esatto, avete letto bene: al mondo. Vabbé, direte voi: ma è uscito cinque anni fa. Già: ma questa è la nuova edizione. Con nuovi indizi, nuove teorie, dieci scenari possibili che spiegano gli indizi e le coincidenze inspiegabili e soprattutto – rullo di tamburi – presenta il ritrovamento della Aston Martin con cui McCartney ebbe effettivamente un incidente nel 1966. E che si trova a Corsico, provincia di Milano, in restauro. Uscirono articoli sui quotidiani, un annetto fa, ma gli aiutanti di Pastore hanno condotto un’inchiesta sul campo.
Il libro di Cartocci – ma che ve lo dico a fare? – è appassionante ed entusiasmante, anche per chi non crede alla morte di Paul: quella che emerge, se falsa, è una grandiosa Opera d’Arte Collettiva, in continuo mutamento, di fronte a cui ammutolire a bocca aperta. Acquisto consigliatissimo. Meglio del Codice Da Vinci. Quando il rock diventa fantascienza.
Articolo del
05/07/2011 -
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