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Rob Young è uno tra i migliori giornalisti musicali inglesi, collaboratore di The Wire, appunto – forse la rivista più attenta alle innovazioni musicali – quindi di The Guardian; è un appassionato ed esperto di indie ed elettronica (ha scritto libri su Warp e Rough Trade, due straordinarie labels indipendenti), lo seguiamo sul suo blog: http://www.electriceden.net.
Young ha curato e introdotto questa eccellente antologia, che abbiamo ripescato e letto quest’estate, tradotta e curata in modo sempre stiloso da Isbn, a parte il sottotitolo: Tutti i dischi intelligenti che dovresti conoscere! Era assai meglio l’originale: A Guide To Modern Music, anche molto più esemplificativo, perché qui troviamo sintetizzati quattro percorsi nella musica contemporanea: Avant Rock; Funk, Hip Hop e oltre; Jazz e improvvisazione; quindi Composizione moderna. E il curatore ha selezionato una ventina di articoli dalla rubrica The Primer di The Wire, vere e proprie “guide compatte all’opera – e di conseguenza alla vita – di artisti, gruppi o generi significativi”; guide redatte negli ultimi quindici anni dalle migliori firme della rivista (Louise Gray, Ben Ratcliff, Simon Reynolds, tra gli altri). Così partiamo da Captain Beefheart e Sonic Youth, per arrivare a Karlheinz Stockhausen e John Cage. In mezzo troviamo molto altro: da Sun Ra e Ornette Coleman al Dubstep e al Grime, nuove derivazioni elettroniche che infestano club, squat e strade di Londra, anche nell’infuocata estate appena passata. Poi passaggi sul rumore bianco del noise, con citazioni dall’oscuro Black Album di Boyd Rice; sulle provocazioni della No Wave; quindi evocazioni dei virtuosi del turntablism, il tropicalismo e l’epica di Frank Zappa And The Mothers of Invention, formatisi a Pomona, California, nel 1965, stessa città in cui due anni prima nasceva Rozz Williams, delirante e sfortunato leader dei primi Christian Death; e quarant’anni dopo vedrà il geniale e malinconico David Foster Wallace insegnare scrittura creativa nella locale università, purtroppo per troppo pochi anni; ma queste sono altre storie.
Insomma una cavalcata da fare al passo, al trotto o di corsa, nei territori spesso inesplorati di visionari creatori di suoni, a volte impensati e spesso troppo misconosciuti. Un’antologia divertente, utile e interessante; da leggere anche a pezzetti, frammenti, singoli dischi; ottimo per tornarci sopra e scoprire spesso nuovi spunti, come l’analisi sociologico-territoriale che Derek Walmsley fa in un breve passaggio sull’espansione urbana di South London (a cominciare da Croydon) patria del Dubstep e teatro, insieme ad altri boroughs londinesi, dei riots estivi.
Come spesso accade, la più attenta critica anglosassone riesce a tenere insieme analisi stilistica e riflessione sociale; biografie singolari e fomenti collettivi; tendenze artistiche e trasformazioni culturali; musica e movimenti; testi e contesti. Ancora grazie a Isbn per averlo pubblicato e complimenti a Dafne Calgaro per quella che ci pare davvero un’ottima traduzione.
Articolo del
08/09/2011 -
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