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E’ una questione di stile: il velluto e l’underground, le droga e l’omosessualità, i barattoli di zuppa Campbell’s e la banana sbucciata. Ma anche un evento inevitabile dettato dallo Zeitgeist: l’India e New York come due poli catalizzatori di ispirazione musicale, Woodstock e la Factory (l’impegno sociale la Pop Art) come estremi di una società in continuo cambiamento. Oltre che uno scontro inevitabile di forti personalità: John Cale, Andy Warhol, Lou Reed, David Bowie, Sterling Morrison, Nico, Doug Yule tra tutti. Parlare dei Velvet Underground significa passare al setaccio una decade che esonda per Arte, Cultura, sconvolgimenti sociali, avvenimenti storici e, di conseguenza, di personaggi che hanno influenzato gli anni a venire.
Il libro di Rob Jovanovic è una testimonianza precisa, accurata e allo stesso tempo globale di tutto quello che sono stati e hanno significato i Velvet Underground per la musica che va sotto l’etichetta di indie, per ammissioni degli stessi Bowie, R.E.M., Joy Division, Talking Heads, Ramones, Patti Smith, The Strokes per citarne solo alcuni ovviamente. Partendo dalle trasmissioni musicali radiofoniche che li spinsero a suonare e dalla scena musicale newyorkese che successivamente li spinse a cercarsi l’un l’altro, passando per un’analisi critica della loro produzione musicale e ponendo grande attenzione alle rispettive carriere soliste (di Cale e Reed su tutti) del dopo-Velvet Underground, Jovanovic raccoglie e riordina le storie di singoli artisti che diedero vita ad un qualcosa che ha sconfinato la sfera musicale, diventando un’istantanea indelebile della New York degli anni ’60 e ’70. Una Grande Mela che aveva rubato le luci della ribalta alla Parigi d’inizio secolo e che non aveva paura di mostrarsi in tutta la sua frivolezza e ipocrisia etica ma che allo stesso tempo non temeva di mostrare al mondo che gran calderone di sensazioni ed espressività era diventata. Nessun’altra città avrebbe potuto nutrire l’ispirazione testuale di Lou Reed e le visioni musicali e melodiche della band puntualmente analizzati nel loro nascere e svilupparsi, sia sotto forma di testimonianza diretta oppure tramite aneddoti.
Ma quella dei Velvet Underground è anche la storia di un gruppo che attraversò fasi turbolente sin dagli esordi a causa delle troppe droghe che scorrevano nelle vene dei compositori e delle forti personalità che lo animavano (membri effettivi ed entourage, entrambi soggetti ad un via vai impressionante di persone). Così, ad un certo punto, la serigrafia musicale del catalizzatore Warhol inizia a sgretolarsi e inizia a farlo partendo proprio dal divorzio col mentore e ideatore della famosissima copertina con la banana sbucciata. La lezione l’abbiamo imparata più volte: ci sono cose e persone che resistono al tempo, persone e cose a cui la distanza cronologica conferisce tutta l’importanza che la contemporaneità non ha concesso. E da quel lontano 1967, volenti o nolenti, su quel velluto ci siamo caduti un po’ tutti.
Articolo del
03/10/2011 -
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