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Chiunque abbia formato una band con qualche ambizione che andasse al di là del dopolavoristico sa benissimo quante e quali sono le difficoltà per farsi strada in quella che è semplicemente una giungla, gremita di altri artisti che sgomitano per un posto al sole. Le nuove possibilità offerte dall’informatica e da Internet, come sappiamo tutti, sono fatte di luci ed ombre: da un lato, disponibilità a basso costo di tecnologie una volta riservate solo a studi di registrazione professionali e maggiori possibilità teoriche di far conoscere la propria musica; dall’altro, aumento dell’affollamento artistico e crisi della discografia dovuta al free download e al file sharing, legali o illegali che sia. Non c’è mai stato un momento migliore per far musica, da un certo punto di vista; da altri, mai il momento è stato peggiore. Senza contare gli eterni, soliti problemi, come tenere insieme la band.
Rock in Progress, sottotitolo Promuovere, distribuire, far conoscere la vostra musica è il libro che avrei voluto leggere vent’anni fa, quando mi lanciai nel mondo delle sette note (ed ora, preso atto del fallimento, sono come da luogo comune dall’altra parte della barricata): contiene davvero tutte le cose da sapere e da fare per portare avanti un progetto artistico nell’Italia del 2011, tra Myspace e Soundcloud, locali che non pagano e locali che pagano (pochi), concorsi che vale la pena e altri che è meglio lasciar stare, cd che è meglio fare o non fare. Lo specchietto per le allodole, ma stavolta nel senso buono, sono i consigli di alcuni dei musicisti indie che in qualche modo ce l’hanno fatta: Ministri, Verdena, Teatro degli Orrori, ecc. Ma la vera perla del libro sono gli interventi dell’avvocato Andrea Marco Ricci di Note Legali (www.notelegali.it), “la più importante struttura no-profit italiana di formazione e consulenza legale in ambito musicale”, che sfata, in un linguaggio semplice e accessibile al vostro cuginetto di sette anni, pletore di leggende metropolitane, fornendo corrette informazioni su come muoversi per tutelare i propri diritti, da quello d’autore a quello alla pensione, nel caso foste arrivati a un livello per cui suonate abbastanza in giro per cominciare a pensare di mettere via soldi per quando sarete vecchietti (ché poi, anche lo faceste per qualche anno, buttali via 'sti quattro euro con i chiari di luna che vengono su).
Libro consigliatissimo a chi fa musica. Unica avvertenza: dovete essere davvero motivati per far musica oggi ed essere in possesso di tutte le energie mentali e fisiche che i vostri venti/trent’anni vi portano in dote. Perché altrimenti la mole delle cose che ha da fare il musicista oggi vi sconsiglierà di proseguire come musicisti attivi. Al massimo potreste fare gli autori.
Articolo del
25/10/2011 -
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