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Mi spiace parlare male di un libro di una casa editrice che ho sempre notato e stimato per la qualità delle sue proposte. Ma quando ci vuole, ci vuole. Si dice che a volte l’apparenza inganna. Stavolta no. Galvagni è insegnante di italiano e latino presso un Liceo di Salò. E il sottotitolo di questo volume tradisce la sua (del libro, non di Galvagni) origine scolastica: la Commedia, il rock progressivo e altri percorsi. I “percorsi”. I famigerati percorsi inventati qualche riforma della scuola fa: delle rassegne comparative di diversi autori legati insieme da un qualche aspetto. Qui l’aspetto è Dante, anzi la Divina Commedia. Ed esattamente come i percorsi scolastici, questo libro offre una rassegna, compilata in modo scolastico e non approfondito, di tutti i musicisti che nel secolo scorso (e fino ad oggi) hanno messo in musica il capolavoro di Dante. Francamente, dato che manca ogni prospettiva critica, al di là di qualche apprezzamento estetico sparso qua e là, non se capisce il motivo. Perché questo libro dovrebbe essere letto? Perché qualcuno dovrebbe spendere quasi 20 €? A che fine è stato scritto? Per farci capire cosa? Per raccontarci cosa? In base a quali motivazioni Galvagni si è messo a scrivere?
Questa è la domanda a cui è più facile rispondere: Galvagni ha messo insieme due sue passioni, ovvero il rock progressivo e Dante. Ma il modo in cui è scritto il suo saggio e il termine “percorsi” mi fanno sorgere il dubbio che si tratti della pubblicazione di una sua esperienza didattica. E già mi figuro, con compassione, gli studenti di oggi costretti a sorbirsi vagonate di prog rock, il genere più lontano dalle loro orecchie (e non mi fanno pietà perché penso che debbano rimanere incollati ad Amici, ma perché preferirei conoscessero in primis qualche artista valido di oggi, che so? i Baustelle, tanto per fare un nome, e che non lo conoscessero attraverso la scuola, che ha il dono di far morire qualsiasi Bellezza passi per le sue mani, per il semplice motivo che, lì, qualsiasi cosa bisogna farla per forza. E quindi sarebbe meglio che la scuola si occupasse di quello che è utile sapere, anche in campo umanistico-artistico, abbandonando le velleità emozionali). C’è da dire, poi, che non si tratta neppure di prog bello: tra i grandi gruppi storici, solo i New Trolls hanno dedicato una canzone alla Divina Commedia; mentre qui troviamo gruppi di seconda e terza fila come The Trip, Metamorfosi, Nuova Era, Cap, ecc. Ma, dato che ognuno può scrivere di quello che vuole, della sua mamma come della nota della spesa, il problema è un altro: perché Vololibero pubblica questo libro? Lo dicono le prime tre parole dell’introduzione di Riccardo Storti: “dischi da leggere”. Lui le intende in un altro senso: introducono una breve rassegna delle influenze letterarie nel prog. Ma il succo è proprio questo, invece: Dante e l’armonia delle sfere è stato pubblicato per “vendere” il cd ad esso allegato, che presenta 10 brani di gruppi prog storici (tra cui i succitati Metamorfosi e Nuova Era) e odierni dedicati alla Divina Commedia. Il cd non è neanche male. Non tutti i gruppi sono eccelsi, ma insomma, la qualità c’è. Solo uno è veramente una delusione: i Cap, che presentano un brano di involontaria comicità: brutto testo, con passaggi ridicoli, cantato da una voce troppo simile a quella di Elio (che però è cantante esperto, cosa che non si può dire di quello dei Cap).
Completano l’impressione negativa i riassunti dei capitoli in inglese. Forse, data la presenza del cd allegato, Vololibero spera di vendere il libro-cd anche all’estero e quindi i destinatari sono gli acquirenti stranieri. Ma sapete una cosa? A me sa tanto di esercitazione scolastica: un bel progetto parallelo tra Italiano e Inglese. Oibò. Poi non dite che non ve l’ho detto, eh.
Articolo del
13/07/2012 -
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