Anno 2015: la popolazione è stata colpita dalla “sindrome di Afford”, che spinge ad acquisti continui e inutili. La vita perciò ruota intorno ai centri commerciali e a scuola si studia una nuova materia, Educazione allo shopping, che ha sostituito la Geografia, inutile in un mondo in cui l’universo è rappresentato da non luoghi come, appunto, i centri commerciali. Un’adolescente, Iva, non ha la “Afford” ed è innamorata di Nico, suo compagno: proprio per incontrarlo al di fuori delle ore di scuola va per la prima volta in un centro commerciale, il Colombo, mentre sulla città si scatena il diluvio...
Questa, in soldoni, la trama del bel romanzo d’esordio di Claudia Selmi, direttamente su Rizzoli. Dedicato ai nativi digitali, che crescono sulle macerie di un mondo ormai passato e abituati ad apprendere secondo criteri e modalità molto differenti da quelli dei cosiddetti “immigrati digitali”, il libro è un interessante e riuscita metafora del disastro verso cui sta andando la società contemporanea. In un mondo in cui il ruolo che fa muovere l’economia è quello del consumatore e non più quello del produttore di beni, in cui gli umani si sono totalmente separati dalla natura (l’angolo giardino del centro commerciale è costituito da piante di plastica e odore di prato sintetizzato chimicamente) e vagano in un microcosmo che riproduce nei nomi di piazze e viali del centro commerciale il mondo vero, inseguendo falsi desideri che non li appagano, quasi moderni cavalieri prigionieri di un novello castello di Atlante di ariostesca memoria, la natura (Dio?) si ribella e il diluvio pare assumere i contorni non della metafora ma quelli della realtà. Ma gli uomini neppure se ne accorgono. Resterà un mondo nuovo da scoprire? O sarà la fine di tutto?
Ricco di riferimenti colti e ben scritto, facile da leggere e intelligente al tempo stesso, ottimamente illustrato dai bei disegni di Alessandro Baronciani (da tempo una realtà e una sicurezza), Educazione allo shopping si rivolgerà pure ai nativi digitali, gli adolescenti di oggi, ma ha tanto da insegnare anche a chi di anni ne ha di più. Wes Anderson o Michael Gondry ne farebbero un bel film. Chissà gli italiani. Applausi per Selmi: qui c’è del talento. Esordio su Rizzoli pienamente meritato.
Articolo del
16/07/2012 -
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