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Un artista figurativo, innamorato delle avanguardie storiche, trasposte in uno stile personalissimo che spazia dal fumetto alla pittura che scrive un commento ai testi dei Ramones? Si-può-fa-re. Non solo perché il buon (e bravo) Echaurren è da sempre malato di ramonite acuta, ma perché nell’opera dei Fast Four crede di ravvisare diversi elementi delle avanguardie artistiche di inizio secolo.
E non ha tutti i torti: già a prescindere dai Ramones, gran parte del rock, a partire già dal 1966, tanto più dieci anni dopo, all’epoca dell’esordio omonimo della band, era influenzatissimo dall’arte di fine Ottocento e primi Novecento: devo ricordarvi io le pose e le mises preraffaellite, miste a influssi indiani d’India e pellerossa, del flower power, l’influenza di suprematismo e Bauhaus nell’estetica dei Kraftwerk (che ebbero una bella hit in Usa con Autobahn, nel 1974: venticinquesimo posto nei 45 giri), quella di espressionismo, nietzscheanesimo, Neue Sachlichkeit sul Bowie da Hunky Dory a “Heroes”? E poi di New York, luogo dove si adoravano i poeti maledetti Rimbaud (Patti Smith) e Verlaine (Television), non parliamone nemmeno. E proprio a New York nacquero i Ramones e, si sa, certe cose sono nell’aria e si respirano. Quanto all’ignoranza conclamata, proclamata, esibita (“ignorance is bliss” avrebbero cantato i Ramones nel brano omonimo nel 1989), Echaurren ricorda giustamente che era dote preziosissima per le avanguardie di inizio secolo: lui cita Marinetti, io aggiungerei i dadaisti. Ma fermiamoci qua: perché questa è una spigolatura, in questo volume ricco di spunti (la lettura del punk e dei Ramones come reazione all’ampollosità intellettuale del prog e ideale ritorno alle origini del rock è rafforzata dalla cospicua messe di cover di hit degli anni 60 e di loro citazioni nei testi effettuata dai Fast Four). La caratteristica più evidente di Ramones. Cretin Hop è invece un’altra: la sua qualità letteraria. Non è che ci sia molto da spiegare, nei testi dei Ramones: non si tratta certo di quelli dei Radiohead. C’è molto invece da celebrare: ed Echaurren manifesta tutto il suo amore per la band che ha inventato il punk con una prosa saltellante, sgambettante, briosa, festosa, ricca di rime e ritmi, tale da riprodurre il clima festoso di un disco o di un live dei Ramones. L’esaltazione festosa che prende alla spina dorsale e si comunica alle gambe riecheggia anche nel cervello e quindi nelle parole. Miglior modo di parlare dei Ramones non riesco a immaginarlo. Gabba gabba hey!
Articolo del
20/07/2012 -
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