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Jesse Jarnow
Big Day Coming – Yo La Tengo and the Rise of Indie Rock
2012
Gotham Books
di
Andrea Salacone
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Una lettura forse non avvincente, ma di sicuro illuminante per comprendere qualcosa in più sulle dinamiche del rock indipendente americano, questa offerta da Jesse Jarnow col suo testo che ripercorre tanti degli avvenimenti che hanno caratterizzato la carriera pluridecennale degli Yo La Tengo e la realizzazione di album quali Ride The Tiger, I Can Hear The Heart Beating As One, And Then Nothing Turned Itself Inside-Out e I Am Not Afraid Of You And I Will Beat Your Ass.
Partiti senza prendersi troppo sul serio, ma animati da considerevole determinazione, passati attraverso una serie davvero infinita di cambi di formazione (motore propulsore la coppia Ira Kaplan/Georgia Hubley), come pochi altri gruppi gli Yo La Tengo sono arrivati a incarnare l’idea di “indie”: impostazione do-it-yourself e musica prodotta senza vincoli di alcun genere determinati dalla grande industria discografica; notevole flessibilità nella promozione della propria proposta artistica (ad esempio, numerose le esibizioni in chiave acustica, anche come duo, se il locale in cui si teneva un concerto o una defezione dell’ultimo minuto non permettevano alla band di esibirsi “al completo”). Si aggiungano a tutto ciò l’atteggiamento umile, la propensione ad operare lontano dai riflettori, una conoscenza enciclopedica della musica (con un repertorio sconfinato di cover che spazia da Bob Dylan alla Sun Ra Orchestra) e una serie smisurata di collaborazioni e progetti con altri musicisti (fa piacere trovare citati in un saggio artisti un po’ nell’ombra quali Gene Holder – bassista degli Yo La Tengo nel 1990 – e Chris Stamey dei redivivi dB’s, Kurt Wagner dei Lambchop, gli A-Bones e i Feelies, e scoprire che le loro strade si sono incrociate con quella di Ira e Georgia) per capire perché il gruppo si sia guadagnato una nicchia speciale nel cuore di tanti appassionati di musica.
Superato lo scoglio della prolissità delle prime pagine, il divertimento è assicurato. Improbabile, purtroppo, (e chi scrive lo fa con cognizione di causa) che qualche editore si “esponga al rischio” di commissionarne una traduzione in italiano per farlo arrivare anche nelle nostre librerie. Peccato...
Articolo del
29/09/2012 -
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