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Un paesino della provincia italiana a cavallo tra anni 70 e 80, un ragazzo che incontra un mito che mai avrebbe sperato di conoscere, una notte d’amore che diventa rivincita personale e collettiva nell’immaginario del protagonista. No, non è Pablito mon amour di Davide Golin (2011), ma 13 sotto il lenzuolo di Giuliano Pavone (2012): al posto di Chiuppano (Vi) c’è Sprusciano (Ta); invece di Paolo Rossi abbiamo Morena Dani, procace attrice veneta di commedie erotiche all’italiana (quelle con Lino Banfi, per capirci), personaggio di fantasia (a mio avviso, data la descrizione, un po’ Femi Benussi e un po’ Carmen Villani); piuttosto del passaggio epocale 1976-1987, una dozzina di giorni settembrini dell’anno di grazia 1982, con un appendice nel 2012; anziché un finale aperto, ma malinconico e forse da loser, uno da vincente, nella società, nell’economia e negli affetti.
La storia inizia così: in un settembre post Mundial, Federico Nugnes Peluso, ultimo rampollo di una nobile famiglia possidente prossima alla rovina, trascorre gli ultimi giorni di vacanza prima di ripartire per Milano, dove studia Lettere, indugiando nel suo rapporto con Simona Macrì, morosa (o una specie) storica, figlia di un arricchito e non particolarmente avvenente, se non per un certo particolare fisico, né amata. Babbo trova a Federico un lavoretto: aiutare il gestore dell’unico hotel del paese, il Paradise. Proprio lì arriva una scalcagnata troupe cinematografica per girare con fondi pubblici una delle ultime commedie erotiche all’italiana, ancora senza titolo, cui forse parteciperà Lino Banfi e che è popolato di altri attori noti del genere, tutti sotto nom de plume (tra di loro, si riconoscono, se non erro, Jimmy il Fenomeno, abbastanza trasparente, Enzo Cannavale e Francesca Romana Coluzzi). In un’atmosfera da fine epoca, Federico (immaginario alter ego dell’autore) conosce la star Morena Dani, ritrova amicizie perdute, idea una colossale beffa e dà, senza volerlo, una svolta alla sua vita.
Meno riuscito del precedente L’eroe dei due mari, originalissimo romanzo di ispirazione calcistica, 13 sotto il lenzuolo è comunque un libro godibile, che condivide con il predecessore l’attitudine cinematografica, non solo nella trama, ma anche nella facilità di traduzione in immagini. Cosa che anche questo romanzo meriterebbe. E con L’eroe dei due mari condivide l’ispirazione metaforica: se quello parlava dell’Italia, tutta, di oggi, dividendola in modo manicheo, ma efficace, in tipi umani contrapposti, 13 sotto il lenzuolo invece pare alludere alla possibilità di una terza via, quella del mascalzone buono, che, dopo aver raggiunto il successo in maniera non troppo pulita, ha finito per investirli in un progetto, di vita e lavorativo, pulito. Una morale che sa di auspicio per il futuro dell’Italia e degli Italiani, ma, in definitiva, un po’ troppo buonista e, temo, irrealististica.
Articolo del
02/11/2012 -
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