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Sappiamo che il Rock and Roll è la musica del Diavolo, quindi nessuna sorpresa se alcuni dei musicisti, che sono stati protagonisti di questa ondata musicale di fine secolo, sono finiti in prigione per periodi più o meno lunghi. Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione Antigone che si occupa da anni dei problemi dei carcerati, e Susanna Marietti, collaboratrice di Antigone nonché giornalista esperta di carcere e di questioni di giustizia, hanno sottratto del tempo alla loro attività meritoria per concentrarsi su una ricerca di archivio che riporta alla luce fatti di cronaca che hanno portato grandi rockers inglesi, americani e non, a varcare la soglia di un carcere. Infatti il sottotitolo di questo libro è 100 musicisti dietro le sbarre, un testo agile e scorrevole che si articola su quasi trecento pagine, ricche di curiosità, aneddoti e foto segnaletiche.
Ce ne è per tutti i gusti, da David Bowie, arrestato negli USA insieme ad Iggy Pop per possesso di droga a Bon Scott, il compianto vocalist degli Ac/Dc che finisce in riformatorio per un furto di benzina. Si parla di Ozzy Osbourne, il cantante dei Black Sabbath che viene arrestato per aver fatto pipì in strada in un luogo sbagliato, e anche di Greg Lake, ex King Crimson ed Emerson, Lake and Palmer che si è fatto arrestare per aver fatto un bagno in piscina completamente nudo. Ci sono anche poi degli arresti eccellenti, quelli di rockstar che si sono battute per i diritti umani o per sostenere battaglie di libertà per i diritti umani, e ci riferiamo a Joan Baez, nel periodo della guerra in Vietnam, all’eroico Victor Jara, cantautore cileno fermo oppositore della dittatura di Pinochet e giustiziato allo stadio di Santiago, e a Fela Kuti, l’artista nigeriano che si è battuto contro le ingiustizie e le sofferenze che subiva il suo popolo e che è stato liberato solo grazie all’intervento di Amnesty International. Scoprirete che anche degli insospettabili, come Paul Mc Cartney, per esempio, nonostante la sua fama di “bravo ragazzo” è stato in prigione, per possesso di droga, in Giappone, per dieci giorni. Troviamo passaggi in carcere all’interno delle biografie di musicisti come Janis Joplin, Jimi Hendrix e Jim Morrison, che hanno segnato la storia musicale degli anni Settanta, leggeremo delle disavventure giudiziarie di Johnny Cash, il padre della musica americana. Bob Dylan invece, è inserito all’interno del testo un po’ forzatamente, anche se sempre per questioni di giustizia. E’ stato lui infatti a portare all’attenzione di tutti , attraverso la canzone Hurricane, la storia del pugile americano Rubin Carter, accusato ingiustamente di omicidio e rinchiuso per tanti lunghi anni in un carcere federale. Ritroviamo episodi più recenti, legati alla vicenda esistenziale di Amy Winehouse in Inghilterra e all’arresto delle Pussy Riot a Mosca. Non mancano riferimenti alla musica italiana da Vasco Rossi ai Righeira, fino a Patty Pravo che trascorse dei giorni al carcere di Rebibbia femminile per possesso di droga.
Un libro da consultare come se fosse un’enciclopedia, una ulteriore conferma del fatto che il rock and roll si concilia molto con il senso del peccato e con l’ansia di rivolta. E a noi va bene così.
Articolo del
20/11/2012 -
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