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Come recita il sottotitolo, questa non è una raccolta di aneddoti, benché siano in essa presenti anche molti aneddoti. Nell’introduzione Guaitamacchi afferma deciso che Rockfiles non è neanche un’enciclopedia e “una canonica storia del rock”. È vero, non è canonica, ma è comunque una storia del rock sui generis, condotta per flash che rievocano momenti topici o curiosi di quell’avventura iniziata il 5 marzo 1951 con l’incisione di Rocket 88 da parte di Ike Turner: spesso i files partono dalla rievocazione di un evento neppure troppo importante per dedicarsi poi a trattare in breve una parte della carriera di questo o quell’artista. Questo non vuol dire che la lettura del poderoso volume di 588 pagine sia noiosa: anzi, risulta sempre piacevole e scorrevole e la sua struttura di raccolta di piccole “storie che hanno fatto storia” ne permette una lettura centellinata e agevole nei più svariati momenti della giornata. Certo, c’è poco che il superappassionato non sappia, ma non è questo il target (bensì il grande pubblico), né l’ intento è quello di sconvolgere, ma di divulgare.
Guaitamacchi sceglie di dividere per decenni, com’è giusto che sia, la sua materia. E, com’è quasi altrettanto ovvio che sia, le parti più interessanti risultano quelle dei primi trent’anni di rock: i ruspanti ’50, i sognanti ’60, gli eccessivi ’70. Forse perché il libro è nato da alcuni numeri monografici del mensile “Jam”, diretto proprio da Guaitamacchi, dedicati a Dylan, Hendrix, Lennon, Morrison e Cobain, nei decenni successivi si perdono un po’ di colpi: negli anni 80 non si fa nessuna menzione della fiorente scena new wave, sia britannica che americana, nei 90 e negli anni Zero fioriscono le notizie relative ad aste, contese giudiziarie, comparsate televisive, aperture di musei e hotel. Ma tutto sommato va bene così, in quanto gli ultimi vent’anni segnano anche la decadenza del rock come cultura totalizzante dell’immaginario popolare e giovanile, sostituito da non solo da altre musiche (penso all’hip hop, che pure compare con qualche file, ma anche all’universo dance), ma anche da altre forme di comunicazione (videogames, social network, ecc.).
Ci si chiede invece cosa ci faccia tra i rockfiles una notizia riguardante Liza Minnelli: ma è un caso unico, quindi si possono assolvere libro ed autore e consigliare tranquillamente l’acquisto del saggio a chi voglia saperne un po’ di più, vederci un po’ più chiaro (Guaitamacchi sottolinea di aver cercato la verità vera riguardo a molte storie leggendarie) e passare un po’ di tempo rockeggiando, come direbbe Homer Simpson.
Articolo del
01/02/2013 -
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