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Sono stati pubblicati fin qui diversi libri su Bruce Springsteen e sul suo formidabile percorso artistico, ma quello che attesta la validità del testo che vi andiamo a proporre è senz’altro la credibilità e l’autorevolezza dell’autore: Clinton Heylin, celebre giornalista musicale inglese che ha scritto in passato libri importanti come quelli su Bob Dylan, di cui si è occupato in tre saggi, sui Beatles, su Van Morrison, su Sandy Denny dei Fairport Convention, sul Rock inglese e sul grunge.
Il testo si articola su 400 pagine e si divide in due parti: la prima esamina gli albori di Springsteen, è intitolata Born With Nothing e comprende il periodo che va dal 1971 al 1978. La narrazione comincia da quando Bruce non era altro che un poeta di strada senza alcuna possibilità di successo ed arriva fin al suo primo contratto discografico, alle sue canzoni trasmesse per la prima volta dalle radio locali e nazionali. La seconda parte invece si intitola Better Off That Way e arriva fino ai giorni subito successivi alla pubblicazione di Born In The U.S.A., quando il Boss cominciava a iempire gli stadi grazie all’energia, alla natura delle liriche e alla presa immediata delle sue canzoni. Il discorso è sempre prettamente musicale e si ferma con Tunnel Of Love. Quando poi la E Street Band si scioglie e smette di esistere (salvo poi riformarsi di recente) l’autore perde interesse nella successiva attività solistica di Bruce Springsteen e rimane a soffermarsi ancora su quello che era stato un connubio unico, una chimica assolutamente ben riuscita, sia sotto il profilo umano che musicale, fra Bruce Springsteen ed i suoi musicisti. Infatti le ultime 100 pagine del libro sono una sorta di appendice che contiene ulteriori appunti sulle canzoni di Springsteen e della E Street Band, trascurando qualsiasi sviluppo successivo.
Il libro si lascia apprezzare per quella sua attenzione quasi maniacale ai dettagli, più o meno con la stessa cura che il Boss metteva nel selezionare, tagliare e ricucire le sue composizioni. Non mancano accenni critici nei confronti di Springsteen che è stato capace di non riconoscere le potenzialità di un hit single come Because The Night (poi portata al successo da Patti Smith) e ha tenuto per sé canzoni meno importanti. Sembra quasi, a volte, che Springsteen sia un gradino al di sotto della sua stessa arte, e la cosa non potrà far altro che generare discussioni fra i suoi numerosi seguaci. L’analisi di Clinton Heylin è sempre lucida e molto fredda quando mette mano alla montagna di materiale prodotto in quegli anni dal Boss, esprime chiaramente le sue considerazioni su Born To Run, non si lascia mai intrappolare dai rischi di un’adorazione eccessiva del personaggio, della rock star. Lui è interessato all’artista, per quello che è, con i suoi pregi, e anche con i suoi difetti. Questo continuo passaggio fra musica e songwriting, fra l’Arte e chi la propone, è il segreto della riuscita dinamica letteraria di questo libro, che si rivela oltre modo interessante e ben scritto.
Articolo del
20/02/2013 -
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