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Venditti non è più di moda. Perlomeno tra le generazioni più giovani. Se il calo di ispirazione del cantautore romano è evidente nei dischi post-1979, tranne qualche isolato colpo di coda (un ancora accettabile Sotto la pioggia, nonostante l’attitudine troppo pop, e le belle Notte prima degli esami e Che fantastica storia è la vita), è altrettanto vero che la produzione 1972-1979 è di prima grandezza nel panorama musicale italiano, da recuperare interamente, anche al netto del vizietto del plagio (Sotto il segno dei pesci, 1978, è costruita pari pari su Crimson & Clover di Tommy James And The Shondells, 1968, ma qui il plagio è forse funzionale al contenuto; Buona domenica, 1979, cita un po’ troppo Don’t Stop dei Fleetwood Mac, 1977; Per sempre giovane, 1976, inserisce nel finale ben più che un accenno di Born To Run di Springsteen, 1975, e mi fermo qui).
Dei plagi di Venditti Rebustini non parla nel suo saggio. E non potrebbe essere diversamente, per due ottimi motivi: uno, qui si parla dei testi del cantautore romano; due, l’intento è quello di rivelare l’uomo, come chiariscono i due sottotitoli, Ciao uomo. Quarant’anni oltre il sipario. Così il bresciano Rebustini si fa mantovano per lo spazio di un libro e da moderno Virgilio ci conduce tra i meandri della produzione testuale e della biografia professionale di Venditti, inquadrandole non per dischi e seguendo un ordine cronologico, ma per temi, fatto salvo l’esordio epifanico di Theorius Campus, album in condominio con De Gregori e forse troppo sottovalutato da critica e pubblico. Si parla quindi della passione romanista del Nostro; dei tempi del Folkstudio; delle imitazioni e parodie che Venditti ha generato, che ovviamente mettono in luce, esagerandoli, suoi lati autentici; del rapporto con De Gregori; di quello con la stampa (che generò la caustica Penna a sfera, di cui viene ricostruita con precisione e ricorrendo a materiali d’archivio la genesi); di quello, molto poco noto, con Lucio Dalla; delle cover di canzoni vendittiane fatte da altri e di quelle di canzoni altrui fatte da lui; delle collaborazioni, talora sorprendenti; delle partecipazioni a dischi altrui; del suo lavoro come produttore; delle canzoni di Antonello presenti in colonne sonore; di Venditti scrittore; del rapporto con il figlio; di quello con le donne; di quello con la politica.
Come sua abitudine, l’approccio di Rebustini con la sua materia non è quello del critico che penetra in profondità l’oggetto del suo studio, ma quello del cultore che ammira un oggetto d’arte da tutti i punti di vista possibili. Rimarrà deluso quindi chi cerca nuove prospettive, soluzioni di enigmi, analisi testuali. Ma non si può tacere che il fascino dell’inquadramento di Venditti offerto da Rebustini sta nel porgere domande e aprire finestre là dove non ci si aspettava neppure che ci fossero, stimolando il lettore che fosse interessato ad approfondire per conto proprio l’indagine. Approcciato con questo metro, Ciao uomo. Quarant’anni oltre il sipario vale quindi tutti i suoi 16, 50€.
Articolo del
15/06/2013 -
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