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Paolo Giovanazzi
Il libro nero dei Rolling Stones
2014
Giunti
di
Renzo Stefanel
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Dopo 'Il libro bianco dei Beatles' di Franco Zanetti, strenna di Natale 2013, Giunti non poteva mancare l'appuntamento di fine anno. E al bianco puro dell’eccellente volume di Zanetti succede il nero opaco e senza luce di 'Il libro nero dei Rolling Stones' di Paolo Giacomazzi (curatore? Franco Zanetti!). Altrettanto eccellente, occorre dirlo subito.
Setacciando tra le due rassegne discografiche degli Stones uscite all'estero le biografie e autobiografie dei membri della band ed innumerevoli interviste rilasciate negli anni dagli stessi e dai loro collaboratori, Giovanazzi compila un’utilissima guida a tutte le canzoni registrate dalla band inglese. Tutt'altro che arido, il volume si muove tra ricostruzione filologica di location e contributi musicali e aneddotistica di vario genere sempre collegata al brano di volta in volta oggetto di trattazione. Come recita la quarta di copertina, Giovanazzi ci racconta diversi momenti topici della vicenda Stones. Risponde alle domande "Quale è la canzone che per trent'anni Mick Jagger si è rifiutato di suonare in concerto? Che cosa sono gli accordi cinesi? Qual è il personaggio pubblico che ha ispirato i Rolling Stones, John Lennon e il Quartetto Cetra? Chi era il 'signor una canzone'? Chi era il chitarrista Little Jim e che rapporti aveva con i Rolling Stones? Perché Keith Richards ha lanciato un coltello verso il discografico Peter Mensch? In quale canzone vengono usati i manganelli come percussioni? Come si ottengono i diritti d'autore dalla registrazione di 20 secondi di urla del pubblico? Perché il giardiniere Jack Dyer è entrato nella storia del rock? Quale singolo dei Rolling Stones è stato definito "atroce" dal critico Nick Kent? Come è finito l'incontro fra Keith Richards e Slash in studio di registrazione? Cosa c'entra Rory Gallagher con "Start Me Up?""
Ovviamente lo spazio maggiore è dedicato al periodo d'oro (1963-1972) e a quello della prima decadenza, argentea e piena di allure, capace di presentare ancora violenti colpi di coda (1973-1983). Man mano che ci si avvicina al presente e tanto più gli Stones acquisiscono lo status di rispettate divinità di una civiltà estinta, quanto più i loro nuovi brani perdono significatività. Ma è il destino dei venerandi maestri: sono tali per quello che hanno fatto da giovani promesse e perfino da soliti stronzi. Ma ormai celebrano se stessi, giustamente e dando a noi fans ciò che vogliamo.
Per tutti questi motivi e per l'eccellenza del lavoro, che offre chicche come quelle dell'unico brano interamente composto da Brian Jones, 'Il libro nero dei Rolling Stones' non mancherà di santificare le nostre feste. Come le loro Sataniche Maestà richiedono.
Articolo del
10/11/2014 -
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