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Bacciocchi ha una passionaccia per il mod, si sa: dopo “Mod Generations” “Statuto/30”, questo è il terzo libro che dedica al movimento che, sorto tra 1958 e 1962, cercò di vivere «una vita pulita in circostanze difficili» (come ebbe a dire Peter Meaden, manager degli Who), quelle dell’Inghilterra del Dopoguerra e della working class. Dopo l’epoca d’oro tra 1962 e 1965, il mod ebbe due revival: quello di fine anni 70 e inizio anni 80 e quello degli anni 90, culminato nel Britpop. Di entrambi gli ultimi due è stato protagonista Paul Weller, che Bacciocchi ha recentemente conosciuto sulle assi del palco del Traffic Torino Free Festival. Da qui l’idea forse di dedicargli una biografia italiana, forse la prima. Il libro è scritto molto bene, evitando gli errori grammaticali che funestavano le opere precedenti di Bacciocchi, e scorre con mano sicura attraverso la carriera di Weller, con dovizia di particolari e attingendo a piene mani a interviste a dichiarazioni del Nostro. Tutto è molto dettagliato, album dopo album, singolo dopo singolo, tour dopo tour, collaborazione dopo collaborazione. Vengono chiariti i termini del rapporto di Weller con il movimento mod, i fans, gli amici e collaboratori, nonché la sua personale – e molto british – unione di socialismo e patriottismo aperto alle istanze multiculturali. Non viene taciuto neanche il lungo attaccamento alla bottiglia. C’è un fantasma, però, che si agita dietro quest’opera e le intenzioni di Bacciocchi, e ha un nome e un cognome: Paolo Hewitt. Giornalista musicale inglese e a lungo amico personale di Weller, Hewitt è autore della migliore biografia di Weller mai pubblicata. Si chiama, guarda un po’, “The Changing Man” ed è inedita in Italia. Perché è un fantasma? Per lo stesso motivo per cui Hewitt ora non è più amico di Weller: rivela al mondo una pletora di aneddoti intimi che il bizzoso fondatore dei Jam non ha gradito veder pubblicati. Eppure pensiamoci: chi sarebbe soddisfatto di una biografia degli Who, per rimanere in ambito mod, senza i numerosi aneddoti sul loro comportamento di sfascia camere d’hotel? Così, in “L’Uomo Cangiante” di Bacciocchi, di questi aneddoti non ve n’è neppure uno. Nonostante questo difetto, l’autore mette in fila 184 pagine mai stanche o ripetitive che hanno comunque l’indubbio merito di stimolare la curiosità anche di chi non ha mai seguito particolarmente Weller e di smuoverlo ad ascoltarne i dischi. Tutto ok, quindi. La prossima volta, però, Antonio, mettici anche il gossip. Ai fans piacciono.
Articolo del
10/03/2015 -
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