Un viaggio, romanzo d’esordio della giovane autrice messinese Sarah Cerreti, colpisce per la scelta - ragionata - di una trama originale e destabilizzante.
Ambientato in un tempo e luogo indefiniti, le vite dei protagonisti si snodano tra palazzi dagli alti soffitti e arredi scarni e visite ai mercati generali. Un mondo fatto di piccoli gesti abitudinari, una sorta di ricerca inconscia di tranquillità.
La quotidianità di Mara e Noire viene presto scossa dall’arrivo di Joi. Figura solare e carismatica, si svelerà poco per volta attraverso il racconto di Olimpia prima, di Mara successivamente. Nel corso del romanzo il suo carattere, piuttosto che delinearsi, si farà sempre più sfumato, cupo e distante; Joi mostrerà debolezze e fragilità, eppure sarà proprio questo limite a catturarne la lettura.
Il romanzo è raccontato in prima persona con gli occhi di Mara, un punto di riferimento per la sua forza e sicurezza, attraverso appunti di viaggio che hanno il sapore di una confessione, un luogo dove riversare angosce e perplessità.
A far da cornice, una serie di personaggi che, seppur secondari, sono basilari per lo snodarsi del racconto. Tra tutti Olimpia (Era come Eva Kant per Diabolik, Bonnie per Claide, Olimpia per Joi). Figura inizialmente indecifrabile, di cui non svelerò le origini, il suo ruolo sarà fondamentale: attraverso questa donna il passato di Joi sarà finalmente svelato.
Fulcro del romanzo un viaggio, fortemente voluto da Joi per ritrovare il padre misteriosamente scomparso. Qui conosceremo anche Amanda, ragazza dai sogni premonitori e Roby, abituato a impersonare di volta in volta qualcun altro tanto da non essere più in grado di essere se stesso.
È proprio il viaggio, alla fine, a svelare paure e insicurezze dei protagonisti. Viaggio per un Polo immaginario, che si snoda tra tunnel sotterranei e che, proprio per questo, alla fine si rivela una fuga, una ricerca di sé e dell’altro al di fuori di sé. Un limbo di anime perse, una ricerca della verità, forse svelata dallo stesso Roby, il personaggio più solitario e sensibile: -Adesso ho tutto limpido nella testa- continuò agitato,- ma dura solo un attimo… è come una scintilla, è di fronte, luminosa, solida, appena il tempo di registrarla che è già scomparsa! Avresti giurato d’averla vista bene, di poterla tenere a mente, eppure appena un attimo dopo non riesci più a descriverla. Quando colgo la verità so già che è la verità dell’attimo, ti lascia dentro la soddisfazione di averla trovata, ma non si lascia trattenere. Il mio destino è solo illusione, non ho abbastanza fantasia per renderlo concreto-
Un viaggio può sembrare un romanzo onirico. È il sogno che muove ogni protagonista, tanto da rendere, a tratti, l’intera trama frutto di un miraggio o semplicemente la ricerca della sua realizzazione. Con un finale che può sembrare aperto ma, alla fine –come il leggendario uccello dalle piume scintillanti- è solo la chiusa di un cerchio
Articolo del
31/07/2015 -
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