Solo mille copie. Questo è il dato da cui partire. Il secondo è che questo è un libro imperdibile per i fans di una delle poche rock band italiane ad aver fatto la storia e a poter vantare una Weltanschauung talmente originale da poter combattere ad armi pari con i sacri mostri esteri. Foto inedite, o comunque viste pochissimo, dei primi tempi, quelli delle prime epiche prove a Fellegara, la frazione di Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, dove si trovava la grande casa colonica di Giovanni Lindo Ferretti e Maria Grazia Guidetti. Un prodotto artistico, questo libro, dato che in primis raccoglie le foto di Toni Contiero, il primo fotografo a scattare foto ai CCCP, tanto da costruirci, all'epoca, una mostra con tanto di colonna sonora suonata in diretta dalla band.
'Fellegara', il libro, assembla però anche tante testimonianze di chi c’era (scritte allora o adesso) e molta grafica prodotta all'epoca. Le foto di Contiero sono state rielaborate stampandole su pelle e intessendovi delle linee di cucito, a quel che si può capire, venendo poi nuovamente fotografate. E tutto viene presentato in modo coerente con l'impostazione iconografica dei primi tempi della band. Pare quasi di sentire i profumi e gli odori di quell'epoca, di quella terra, di quei giorni. I materiali originali, tra cui anche lettere e biglietti tanto di Ferretti quanto della Guidetti, offrono uno spaccato del cuore e dei sentimenti dei componenti della band e della loro crew, come si direbbe oggi. Il racconto alle pagine 64-69, da parte di Umberto Negri, originario bassista, della nascita di Spara Jurij è emozionante. Se tace del possibile (forse inconscio) plagio da Sonic Reducer dei Dead Boys (uno dei tanti, forse non sufficientemente indagati, dei CCCP: si pensi anche a I Don't Want To Be A Victim dei Varukers esplicitamente citata nella linea di basso e nel finale di Io sto bene), chiarisce che l'intento da cui nacque il pezzo non era affatto ironico, ma semmai celebrativo (per chi non lo sapesse, il pezzo allude all'abbattimento nel 1983 di un aereo civile coreano da parte dei sovietici: 269 morti). A pagina 107, un autografo dell'epoca di Ferretti, ex Lotta Continua, rievoca una bisboccia alla Festa dell'Unità concludendo: “Tra l'altro, siamo comunisti!”. Nel recente dibattito sull'appoggio di Ferretti al tradizionalismo cattolico lefevriano e al post-fascismo morbido della Meloni, sono testimonianze non da poco: Ferretti fu, sì, comunista, come poi è tornato al cattolicesimo dell'infanzia e delle origini. E alla base delle due esperienze c'è la stessa ansia romantica di assoluto e difesa delle tradizioni popolari: quanto mal riposta in una o entrambe le esperienze sia giudizio di ognuno.
Quello che rimane, qui, è un libro imperdibile sulle origini di una band che ha fatto la storia. Perfetto regalo di Natale. Agli altri o a voi stessi. Solo mille copie.
Articolo del
11/12/2015 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|