Beatlesiani d’Italia, a rapporto! È noto come dopo l’uscita anche nelle nostre lande di 'Eight Days A Week', il documentario di Ron Howard sugli anni live del quartetto liverpuliano per antonomasia, ogni libreria del Paese sia stata invasa da pubblicazioni riguardanti i Fab Four! Tante. E molte di queste buone. Non potrà però mancare sugli scaffali dei veri appassionati questo nuovo saggio di Luca Perasi, che giunge a colmare un vuoto mondiale.
Perasi, difatti, non è uno qualunque. È uno che ha portato il concetto di labour of love, lo studio settoriale fatto molto più per passione che per denaro, ai più alti vertici. A dimostrazione di ciò, si sappia che il suo saggio precedente, 'Paul McCartney: Recording Sessions (1969-2013)', uscito tre anni fa, è considerato e citato dagli studiosi beatlesiani come opera fondamentale e imprescindibile. 'I Beatles dopo i Beatles' prosegue l’opera, estendendola alle carriere soliste di ognuno dei quattro, dagli esordi di 'The Family Way' di Paul McCartney (1967) fino al limite quasi obbligato del 1980 di 'Double Fantasy' di John Lennon e Yoko Ono. Limite obbligato a causa dell’assassinio di Lennon, certo. Ma non solo: la discografia di George dopo il 1980 conta due album solisti nel 1981 ('Somewhere In England') e nel 1982 ('Gone Troppo') e poi si esaurisce (eccettuata la parentesi nei Traveling Wilburys, conterà solo 'Cloud Nine', 1987, 'Brainwashed', 2002); quella di Ringo inaugura un lungo stop dopo il 1981; quella di Paul vede proprio nel 1980 la fine dei Wings. Proseguire oltre avrebbe portato a un libro, oltre che monumentale, anche incentrato quasi esclusivamente su McCartney.
'I Beatles dopo i Beatles' si presenta strutturalmente diviso in due parti: la prima più distesamente narrativa, con il racconto delle vicende artistiche ma anche personali dei quattro Beatles dagli ultimi anni della band al 1980, per la bellezza di 201 pagine; la seconda a schede dettagliatissime su ognuno dei lavori solisti dei quattro, che siano album o 45 giri. Anche quest’ultima parte, che consta di ben 370 pagine, è discorsiva, ma la narrazione non si svolge in un continuum come nella prima parte, della quale, molto abilmente, non ripete quasi nulla, se non l’essenziale. Qualche aneddoto gossipparo in più non avrebbe guastato, ma il volume non è certo una biografia dei Beatles, bensì un saggio sulla loro discografia. Gustosi comunque i pochi presenti: Paul che getta fuori di casa a calci un Ringo ambasciatore di pace; il litigone tra John e Yoko a proposito della partecipazione al 'Concert for Bangladesh' (e sì, quella favorevole era lei); il tradimento plateale di John nei confronti di Yoko a una festa di consolazione dell’intellighenzia liberal newyorkese dopo l’elezione di Nixon.
Nel complesso, un signor saggio: completo, narrativamente gradevole, denso di curiosità. Acquisto obbligato per i beatlesiani.
Articolo del
01/12/2016 -
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