Scelta felicissima questa della Tsunami: far tradurre (da Stefano Giorgianni) e dare alle stampe Dead Kennedys: Fresh Fruit for Rotting Vegetables, The Early Years, scritto dal giornalista Alex Ogg e uscito in America nel 2014.
Il titolo italiano è un po’ fuorviante rispetto a quello originale, che esprime più chiaramente il focus sulla prima parte della carriera del gruppo e sul primo, leggendario album Fresh Fruit for Rotting Vegetables (1980), inciso, com’era consuetudine, dopo la pubblicazione di alcuni singoli.
Spiazza un po’ arrivare alla fine del testo senza che sia stato raccontato il resto della storia (al periodo compreso tra il 1981 e il 1987 si fa riferimento solo citando, benché più volte, quali saranno le sorti di determinati brani inseriti in EP, album o raccolte). Spiacevoli beghe legali hanno caratterizzato il seguito della vicenda, ma la curiosità dei fan sarebbe stata catturata soprattutto dalla disamina del rimanente repertorio della band (ad esempio, aneddoti sulla realizzazione degli Lp Frankenchrist e Bedtime for Democracy).
La lettura è coinvolgente e cattura con efficacia lo spirito dei Dead Kennedys: il desiderio di riportare l’oltraggio e la provocazione in un contesto musicale, in ossequio al rock and roll delle origini; la reazione all’ortodossia del punk, sebbene “neonato” già irrigidito in schemi e stereotipi (come quello che propugnava l’inettitudine, in termini di capacità musicali, dei membri dei complessi punk); la volontà di scuotere le coscienze in un’America conservatrice e repressiva, senza mai perdere di vista però lo sberleffo; l’esporsi in prima persona nell’avanzare critiche e rifiutare compromessi.
I ricordi di Jello Biafra, frontman dalla teatralità inarrivabile, ed East Bay Ray, chitarrista del gruppo, non coincidono mai; entrambi sembrano cimentarsi in una gara accanita volta a rivendicare il proprio contributo fondamentale nella composizione dei pezzi e nella direzione presa dai Dead Kennedys, e a smentire il rivale.
Innegabile, comunque, la forza dirompente di quel pugno di canzoni catturate su nastro che schiusero nuovi orizzonti al punk, grazie anche all’influenza esercitata sui membri della band dalle sonorità del garage rock, del jazz Anni Trenta, della produzione più sperimentale di Captain Beefheart, della musica surf. Senza dimenticare l’esempio offerto, in termini di ironia corrosiva, stravaganza ed eclettismo, da alcuni dischi di Frank Zappa e degli Sparks.
Veementi, stralunati, caratterizzati da ironia pungente, ritmi travolgenti e spesso “deviazioni” inaspettate, brani come California Über Alles, Holiday in Cambodia, Police Truck, Kill The Poor, I Kill Children diventarono spine nel fianco dell’America dei ben pensanti, e ancora oggi mantengono inalterata le loro originalità e vivacità
Articolo del
06/07/2017 -
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