“La storia, i dischi e i grandi live” è sottotitolo che spiega tutto di questo interessante volume di Massimo Bonanno, uno dei modi migliori per prepararsi adeguatamente al Grande Evento Rock del 2017, ovvero il concerto di sabato 23 settembre a Lucca delle Loro Sataniche Maestà Rolling Stones. Riunire la storia personale e collettiva degli Stones, la nascita delle loro canzoni e dei loro album, la rievocazione dei grandi live di una delle band archetipiche del rock: Bonanno tenta l’impresa di riunire tutto ciò in un volume di 552 pagine, ben sapendo che probabilmente non ne basterebbe un numero dieci volte superiori.
Ciò nonostante il mix risulta appassionante e in possesso di una più che accettabile completezza. Giustamente e doverosamente, il periodo aureo e quello argenteo della band, dalle origini fino a 'Undercover of the Night' (1983), coprono 356 pagine del volume, ovvero i due terzi. I protagonisti entrano in campo uno alla volta, in punta di piedi, alternandosi a luoghi ed eventi cruciali per la band: prima Mick, Keith, Brian e Charlie; quindi ecco la fondazione della band; poi i tempi eroici e miserabili della vita nel leggendario tugurio di 102 Edith Grove; poi entra in scena Bill; infine Giorgio Gomelski. Tutto cambia sotto la direzione del giovanissimo ma geniale Andrew Loog Oldham, che riesce a imporre gli Stones all’attenzione del Regno Unito ed esce di scena dopo aver portato la band a comporre da sola i propri brani, tra i quali classici senza tempo come (I Can't Get No) Satisfaction, Get Off of My Cloud, The Last Time, Lady Jane, Under My Thumb, Let's Spend the Night Together, Ruby Tuesday, 2000 Light Years from Home.
Seguono gli anni dei grandi album ispirati dal blues, prodotti dal grande Jimmy Miller: “Beggars Banquet”, “Let It Bleed”, “Get Yer Ya-Ya's Out!”, “Sticky Fingers” ed “Exile on Main Street”. Dopo la coda di “Goat’s Head Soup”, ecco gli anni dei Glimmer Twins, autodefinizione trovata da Jagger e Richards, come brillante risposta a una signora che gli chiedeva insistentemente chi fossero mentre si trovavano in crociera dall'Inghilterra al Sudamerica, a cavallo tra dicembre 1969 e gennaio 1969: si va da “It’s Only Rock’n’Roll” ad oggi, tra scemare d’ispirazione e improvvisi colpi di coda, come “Some Girls”, “Tattoo You”, il controverso “Undercover” e “Bridges To Babylon”.
In ogni capitolo Bonanno, grazie anche al suo rapporto diretto con Andrew Loog Oldham e con Philip Townsend, storico fotografo della band nei primi anni Sessanta, oltre al suo accesso privilegiato agli archivi di tour e concetti della band (ne cura la sezione sul sito ufficiale degli Stones), riesce a riassumere in maniera mirabile cronaca quotidiana e aneddotica musicale e privata,in un flusso inscindibile che imita quello della vita. Unica pecca: l’uso costante di “vocale” per dire “voce”. Caro Bonanno e cari correttori di bozze di Vololibero edizioni (oggi pomposamente chiamati editor): in italiano si dice “Jagger alla voce”, non “Jagger al vocale”, che è bruttissimo calco dell’inglese “vocals”. Detto ciò, un libro assolutamente consigliato come approfondita introduzione al Grande Mondo Stones, in attesa di approfondirne gli aspetti con letture più specifiche.
Articolo del
07/09/2017 -
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