I Black Sabbath, si sa, sono il terzo pilastro della Sara Trimurti inglese dell’hard rock anni ’70, dopo i Led Zeppelin e i Deep Purple. Se le biografie degli Zep abbondano e quelle dei Purples scarseggiano (prescindibile quella di Dave Thomson, pubblicata in Italia qualche anno fa; dispersiva e omissiva, anche se ricca di aneddoti, l’autobiografia di Ian Gillan uscita nel 1998 e mai tradotta in Italia), i Black Sabbath, complice la fama solista e televisiva del cantante Ozzy Osbourne si collocano a metà strada.
D’altro canto hanno dalla loro la specificità di essere i veri padrini dell’heavy metal, grazie alla loro scarnificazione delle radici blues unite a un’immagine e a tematiche demoniache (anche se pare che nessuno nella band fosse davvero affascinato da Lucifero, Satana e compagnia briscola).
Il libro di Joel McIver è una panoramica, dettagliata ma pur sempre panoramica, sulla carriera della band, dalle origini operaie nella grigia Birmingham (patria anche di Robert Plant e John Bonham dei Led Zeppelin - e questo qualcosa vorrà dire) allo scioglimento del 2016 dopo l’ultimo tour. Joel McIver certamente racconta più di Wikipedia, ma né scende nell’analisi dei brani né si dedica al racconto di aneddoti succosi, tanto che vengono tutti raccolti in un paio di pagine verso metà del libro. Al solito, come tradizione della Castello, il punto forte del volume è lo splendido apparato iconografico, dalla veste grafica alle foto dei protagonisti. Il punto debole è la brutta traduzione di Alessandra Rozzi, già massacratrice di “Bob Dylan disco per disco” di Jon Bream, uscito per Castello lo scorso anno.
Due esempi: Randy Rhoads da chitarrista diventa bassista nella didascalia a una foto che lo ritrae intento a suonare la chitarra (sei corde invece delle quattro del basso); la serie tv degli Osbournes diventa un concerto, perché “show” è il termine che in inglese si usa per “spettacolo”, tanto musicale quanto televisivo o di altro genere. Peccato. Per completisti e fan
Articolo del
03/12/2017 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|