Dodicesima uscita della coraggiosa collana Director's Cut legata alla rivista “Blow Up” (in catalogo monografie di artisti quali Red Crayola, Einstürzende Neubauten, Suicide, Paul Roland e Hüsker Dü), "Radio Birdman. Il rito del suono selvaggio" riassume in 122 pagine le vicende del complesso che in Australia aprì la strada all’idea di produzione, promozione e distribuzione gestite in maniera indipendente, e che, in pochi anni di attività, propose una rilettura viscerale del rock che avrebbe fatto scuola.
L’autore, che ha in curriculum altre pubblicazioni dedicate alla musica, tra cui il testo "Eighties Colours. Garage, beat e psichedelia nell'Italia degli anni Ottanta" (Coniglio, 2010), ricostruisce la storia della band a partire dagli esordi a Sydney, a metà degli anni Settanta. Le prime esibizioni, l’impeto, le sonorità e il volume inusitati per quel paese; parte del pubblico che storce il naso davanti alle performance trascinanti, mentre altri si entusiasmano ad assistere ai Radio Birdman dal vivo; Lou Reed che, indirettamente, contribuisce a creare interesse e curiosità nei confronti del gruppo; il sostegno della testata specializzata “Rock Australia Magazine”; il primo EP, 'Burn My Eye', che esce nell’ottobre 1976, e i tour in giro per l’Australia; il folgorante LP 'Radios Appear' (1977), e la versione rimaneggiata approntata per il mercato europeo; la tournée per promuoverla e lo scioglimento; l’arrivo nei negozi del secondo album 'Living Eyes' (1981) quando, di fatto, la band non esiste più.
Calabrò offre un resoconto anche della fase post-Radio Birdman: le carriere e i progetti solisti di Rob Younger e Deniz Tek, le collaborazioni con musicisti attivi con altri mostri sacri del rock australiano quali Saints e Hoodoo Gurus, le uscite discografiche di New Race e New Christs. L’autore sottolinea espressamente il senso di appartenenza e di alterità rispetto agli altri complessi musicali, la fede assoluta nel rock and roll più selvaggio e il rifiuto di qualsiasi compromesso che hanno sempre contraddistinto i Radio Birdman, anche da quando, nel 1995, il gruppo si è riformato e ha ricominciato a calcare i palchi, a incidere album ('Zeno Beach', 2006) e a registrare le proprie esibizioni per immetterle sul mercato ('Live in Texas', 2010).
Un libro interessante e scorrevole; una guida concisa, ma efficace. È davvero auspicabile che, anche per premiare la scelta tutt’altro che banale fatta dall’autore (i Radio Birdman rimangono un oggetto di culto lontano dal grande pubblico), gli appassionati della band se lo mettano in casa.
Articolo del
05/11/2018 -
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