“Comporre canzoni che rendessero la vita più piacevole”.
Questo, in sintesi, l’obiettivo primario di Robert Pollard, ideatore e leader dei Guided By Voices, il cui percorso tortuoso ai margini, e poi all’interno dell’industria musicale viene ricostruito con efficacia e scorrevolezza nella biografia Closer You Are: The Story of Robert Pollard and Guided By Voices.
Matthew Cutter fornisce un ritratto dettagliato e accattivante, mettendo presto in luce il bisogno quasi compulsivo di Pollard di scrivere e registrare pezzi in maniera rudimentale, divenuto nel tempo standard ed elemento distintivo della sua produzione.
La trattazione offre informazioni in abbondanza; scopriamo, ad esempio, che ancora prima di intraprendere la carriera di musicista, e catturare su nastro i primi abbozzi di canzone, Pollard realizza copertine di album immaginari incisi da complessi che non esistono, con tanto di testi e liner notes: un passatempo salvifico per combattere una noia evidentemente poco tollerabile.
Il libro riporta l’immensa passione dell’artista per la musica, e il suo interesse insaziabile per le sonorità del post punk e della new wave (XTC, Wire, ecc.); l’elaborazione delle strategie più adeguate per stare su un palco come frontman di un gruppo e come entertainer (ispirandosi, per quanto possa sembrare strano, a modelli quali Ian Anderson, dei Jethro Tull, e Dean Martin); la sua concezione del gruppo come gang, e il connubio inscindibile di alcol e rock and roll; l’incisione con un quattro piste come prassi programmatica, legata alla scelta precisa di suoni tutt’altro che cristallini, e di un’estetica che in seguito si sarebbe definita lo-fi; i concerti memorabili, la cui lunghezza, negli anni, aumenterà costantemente fino a trasformarli in maratone a base di energia travolgente, con una sintonia tra pubblico e band fuori dal comune.
Cutter sottolinea la mancanza cronica di riscontro in termini di vendite, anche dopo le prime recensioni positive conquistate sulle testate specializzate; lo sdoganamento dell’indie presso il grande pubblico, e il successo che finalmente arride anche ai Guided By Voices, quando avevano ormai deciso di gettare la spugna; la creatività della scena underground americana e la Matador Records; New York e il CBGB; narra di album eccellenti quali Bee Thousand, Alien Lanes e Under The Bushes Under The Stars; delle major che fiutano un buon affare; di MTV e dell’accoglienza entusiasta della stampa; dei numerosi progetti paralleli.
Ovviamente, si mette in risalto il propulsore di tutto ciò: la capacità eccezionale di Pollard di comporre brani accattivanti (ora sfuriate elettriche, ora carezze di chitarra acustica) , con ganci melodici che afferrano le orecchie e non si staccano più. Un’abilità che lo ha reso oggetto di venerazione da parte dei fan, disposti ad acquistare ogni disco da lui prodotto, anche quelli — tanti, purtroppo — costituiti da paccottiglia obbiettivamente imperdonabile.
L’autore non glissa su questo aspetto discutibile del repertorio di Pollard, ma fornisce una spiegazione concettuale in merito alla determinazione con cui egli ha inondato il mercato con composizioni collage e bozzetti che forse non avrebbero mai dovuto arrivare alla pubblicazione.
Secondo testo dedicato ai Guided By Voices (se si esclude una monografia su Bee Thousand) Closer You Are (per ora disponibile solo in inglese) è di sicuro il più documentato e affascinante. Leggerlo non potrà che incrementare l’interesse e/o l’ammirazione che si provano per l’artista e le sue scorribande musicali. Ovviamente essenziale per tutti gli appassionati dello “Zio Bob”
Articolo del
28/01/2019 -
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