Quello tra i Baustelle e Gianluca Moro è un rapporto professionale e di amicizia di lungo corso, che va avanti da oltre una decade e concretizzatosi con le sei copertine realizzate da quest’ultimo per gli album del gruppo, oltre a numerosi scatti per servizi fotografici. Dallo smartphone del fotografo romano e dalla penna del musicista toscano (Francesco Bianconi, ndr) è nato così “I musicisti arrivano già stanchi negli hotel – Fotodiario intimo di Baustelle in movimento“, pubblicato lo scorso 17 ottobre da La nave di Teseo.
Avete letto bene, smartphone, e non reflex, mirrorless e via discorrendo. Il perché di questa scelta è da ricercare tre le righe nel titolo d’accompagnamento del libro, in quanto la praticità e la discrezione di questo strumento tecnologico ha permesso di catturare l’intimità della band nel doppio tour, legato ai due volumi de “L’amore e la violenza”, che ha portato in un biennio i Baustelle a girare su e giù per lo stivale.
Ad introdurre i lettori in questa raccolta fotografica ci pensa la prefazione di Roberto Cotroneo (stimato romanziere, critico e fotografo torinese) che prepara i fruitori del libro a un viaggio fatto di tante immagini e poche (ma buone) parole. Foto sfocate, scatti rubati e soggetti in movimento, tutti rigorosamente al naturale, raccontano i Baustelle come raramente li abbiamo visti, un intimo backstage fotografico ritratto senza artefatti inquinanti. Per così dire gli unici virtuosismi si riscontrano nella disposizione delle immagini e il loro formato, dove a piccole finestrelle sull’Italia provinciale, naturale e metropolitana si alternano pagine intere (con sfondo rigorosamente nero, a rimarcare l’attitudine dirompente dei musicisti durante i concerti) dedicate a uno dei protagonisti di questa raccolta: il palcoscenico.
La mancanza di filtri è anche ideologica ed è visibile negli scatti che trasmettono un forte senso di genuinità che contrasta con l’attitudine umana di sorridere o mettersi in posa quando l’individuo s’accorge di essere nel mirino dell’obiettivo fotografico, poco importa se si tratta di uno smartphone o meno. Tuttavia Gianluca Moro riesce a raccontare molto bene, anche con scatti d’autore, i momenti morti nell’attesa dei musicisti o le sfaccettature dei luoghi pronti ad accogliere Francesco, Claudio e Rachele con la preziosa carovana di musicisti, tecnici del suono e manager. C’è spazio anche per diverse foto che immortalano platee e fan, ovvero la conditio sine qua non di ogni musicista e band che si rispetti, il cuore pulsante senza la quale l’intera macchina musicale non avrebbe ragion d’essere.
Effimero diventa quindi il pensiero secondo cui la vita dei musicisti in tour sia un eccitamento continuo da una tappa all’altra, con il fotodiario della coppia Bianconi-Moro che a sua volta smitizza l’idea radicata che vede il trio toscano essere snob e festaiolo, anche se più in generale getta un’ombra sul mestiere dei musicanti: ciò che fa da contorno alla dimensione live riesce a essere anche ripetitiva, oltremodo sfiancante e talvolta pallosa, e poche volte viene fuori il suo lato più rock con feste, after-party e sbornie colossali. Si beve sì nelle foto di Gianluca, ma ci si trascina anche stancamente nelle occasionali camere d’albergo, sistemazioni mordi e fuggi dove ricaricare le pile tra una performance e quella successiva.
Di tanto in tanto fanno poi capolino false didascalie di Francesco Bianconi, abile nel trasformare le immagini di Gianluca Moro in frasi, concetti e aneddoti. Lo stile non è prettamente quello da paroliere ma si divide tra la narrazione in cui il frontman dei Baustelle riesce a far emerge l’anima del Bianconi scrittore, mentre in altre l’artista elabora a parole sue, quindi con raffinatezza lessicale, la sacralità e i rituali che scandiscono l’arrivo sul palco o le ampie parentesi temporali assorbite dall’essere in tour, mettendo sotto i riflettori mo(vi)menti chiave nell’ecosistema di un musicista come appunto l’esibirsi, o il prima e il dopo che caratterizzano le due ore di concerto in cui i Baustelle si concedono liberamente al pubblico.
“I musicisti arrivano già stanchi negli hotel – Fotodiario intimo di Baustelle in movimento” non è solo un nudo racconto per immagini dei Baustelle dentro e fuori dal palco, ma anche uno spaccato fotografico (e narrativo/testuale) che permette di conoscere meglio la band di Montepulciano quando non è staticamente impegnata in studio. Parliamo quindi di un’opera imprescindibile per i fan del trio toscano, una piacevole raccolta da sfogliare e leggere nell’attesa che Francesco, Rachele e Claudio diano alla luce un nuovo album, la cui copertina si spera venga curata Gianluca Moro, uno che tra i Baustelle è ormai di famiglia
Articolo del
23/11/2019 -
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