Al destino non piace giocare d’azzardo. Quando tira i suoi dadi, quando scommette sul futuro di qualcuno, sa già quale sarà il risultato. Spesso l’unico a restare fuori dai suoi piani siamo propri noi, esseri umani persi in un mondo troppo grande per i nostri sogni.
A volte però capita di riuscire ad afferrare e comprendere consciamente qualcuno di questi progetti futuri, attraverso un libro, un film, un album musicale. Steven Wilson è stato il mio lancio fortunato, quello che ho saputo cogliere al volo nell’ormai lontano 2006 e che, da allora, ha cambiato completamente la mia vita. Mentre sto scrivendo la musica del suo nuovo album “The Future Bites” risuona nella stanza (trovate la mia recensione sempre qui su Extra! Music Magazine) e, poggiato sopra la scrivania, c’è il libro appena concluso “Steven Wilson Deform To Form A Star – Una Vita In Musica”, scritto da Marco Del Longo, Domizia Parri ed Evaristo Salvi e pubblicato da Tsunami Edizioni.
Ma facciamo un doveroso passo indietro. Nel 2006, quando grazie ad In Absentia dei Porcupine Tree mi avvicinai alla figura di Steven Wilson, io non ero un cosiddetto “appassionato” di musica. Non conoscevo praticamente null’altro che una manciata di gruppi che circolavano nel mainstream. Qualcosa mancava, ed ora, con il senno di poi, ho compreso che ciò che cercavo era una musica che potessi chiamare “casa”. Un rifugio per i miei pensieri, uno sfogo per le emozioni che vagavano senza una guida dentro di me. Fu proprio durante una delle mie ricerche, subito dopo il mio approccio con la musica di Steven, che mi imbattei in quello che allora era un sito appena nato (19 settembre 2006), ovvero Porcupinetree.it, da un’idea di Evaristo Salvi.
Allora non c’erano molti strumenti in rete per riuscire a comprendere questo artista misterioso ed affascinante che, giorno dopo giorno, aveva iniziato a monopolizzare i miei ascolti attraverso un gruppo dal nome tanto bizzarro quanto affascinante come “Porcupine Tree”. Grazie alle diverse sezioni del sito ed al suo forum (oggi “Coma Divine – Porcupine Tree Italian Fan Site – www.porcupinetree.it, con due pagine facebook – Coma Divine e Steven Wilson and the Little Porcupine - , un canale Youtube – PTItaly ComaDivine - ed una pagina instagram - @stevenwilsonfanclubitaly) ho cominciato ad esplorare i diversi progetti di Wilson, ad approfondire la sua capacità di adattamento e sperimentazione attraverso i generi, tra elettronica, pop, rock, metal, ambient, progressive.
Il resto è stato bellezza, nuove scoperte musicali ed esperienze che mi hanno formato fino a farmi diventare l’appassionato giornalista musicale che sono oggi. Febbraio 2021: volgo lo sguardo al volume appena concluso di “Deform To Form A Star – Una Vita In Musica”. In copertina c’è una meravigliosa foto di Steven ad opera di Rebekka Fagnani (www.rebekkafagnani.com), che immortala uno degli aspetti complementari alla musica in studio dell’artista di Hemel Hempstead: il concerto. La nitidezza dello scatto vede Wilson agitare il capo con in mano la sua chitarra, e, dietro di lui, il volto della modella polacca Karolina Grzybowska riporta alla mente la storia e le note di uno degli album più iconici della carriera solista di Steven: Hand Cannot Erase.
Un preludio perfetto alle altre eccezionali immagini che vanno a costellare le due sezioni fotografiche a colori del volume, in cui, oltre agli scatti della Fagnani, trovano posto quelli di tanti altri fotografi che hanno catturato come lei la splendida sinestesia della musica wilsoniana. Ad introdurre al corpus vero e proprio del volume troviamo ben due prefazioni distinte. Nella prima, affiancata da un disegno caricaturale di Steven ad opera di Barbara Mancini (in cui il musicista si vede raffigurato con in mano un pennello e circondato da alcuni dei simboli del suo percorso artistico, una luna, un corvo, un porcospino), è lo stesso Wilson a rivolgersi al pubblico italiano con parole di sincera riconoscenza. Come difatti ricorda, l’Italia è stato il primo paese che ha amato e supportato in modo appassionato la musica dei Porcupine Tree, rimanendo nel tempo un luogo speciale in cui il seguito al suo lavoro non si è mai affievolito.
La seconda prefazione è invece ad opera dei tre autori, Marco, Evaristo e Domizia, con tre scatti a fermare nel tempo un incontro personale con Steven (tutti e 3 chiuderanno poi in modo emozionante il volume con i propri ringraziamenti), e si sofferma sulle difficoltà ed il lungo lavoro occorsi per suddividere e raccontare in modo dettagliato ciò che più di tutti ha preso per mano e guidato la vita di Wilson: la musica. Il sommario espone in modo chiaro i numerosi progetti che hanno costellato la vita di quest’uomo straordinario, con 14 capitoli (a loro volta suddivisi in diversi micro sezioni dedicate ai vari album/live) racchiusi in 3 macro aree, ciascuna delle quali prende il nome da 3 canzoni: A Smart Kid, Music For The Head ed Only Child (rispettivamente: le sue origini ed i primi progetti, i gruppi e le collaborazioni, il successo solista).
Nel raccontare in 400 pagine lo straordinario percorso artistico di Wilson, Marco, Evaristo e Domizia riescono a far luce ed ordine su tutti gli avvenimenti e gli incontri che hanno costellato la sua vita. Si viene condotti attraverso tutte le tappe dell’evoluzione sonora dell’artista, in pagine che di sovente accolgono all’interno dichiarazioni dello stesso Wilson (date in occasione di incontri con giornalisti di varie testate), commenti da parte di altri musicisti come Tim Bowness, Giancarlo Erra, Richard Barbieri, o racconti degli stessi autori del libro e di altri componenti della redazione del Coma Divine Italian Fan Club, i quali prendono la forma di splendide ed interessanti interviste o di reportage a concerti.
In alcuni di questi racconti ho visto il riflesso dei miei stessi ricordi, dello stesso amore e della stessa gioia provati in passato, in particolare per le tappe romane di Wilson a cui io stesso ho presenziato (ovvero tutte quelle effettuate dal 2006 ad oggi). Gli aneddoti che le pagine di questo libro disvelano mettono in luce il meticoloso lavoro di indagine e raccolta svolto, dando splendore ed attenzione a quei piccoli o grandi momenti che anche i fan di lunga data ameranno riscoprire (o, come me, scoprire per la prima volta! ). Si arriva alla fine quasi con il fiato sospeso, tante e sorprendenti le qualità e l’estro creativo che di Wilson traspare.
Non c’è stato momento difatti nella sua vita in cui il musicista inglese non abbia sperimentato e portato avanti le proprie idee con determinazione, spesso divenendo, come recentemente visto dai commenti ricevuti per To The Bone o The Future Bites, oggetto di critiche ed odio da parte di “fan” più conservatori e poco inclini al cambiamento. In appendice al libro troviamo una pratica cronologia, una descrizione di quello che è stato, ed è tutt’oggi, il Coma Divine Italian Fan Club, e per finire una perla, la traduzione italiana dell’unica parte che era stata resa disponibile sulla rete della sceneggiatura di Deadwing, firmata da Mike Bennion e Steven Wilson. Leggendo queste poche pagine la curiosità per questo progetto cinematografico di Wilson non ancora realizzato, vista l’idea di partenza, è tanta. In conclusione, come accennavo all’inizio, vi sono i ringraziamenti personali di ciascuno.
Ringraziamenti che io ora rivolgo a tutti e tre, per aver dato concretezza al loro progetto colmando un vuoto editoriale enorme in Italia (dato come visto il seguito che Steven ha sempre avuto nella nostra penisola), per aver narrato in modo accattivante la biografia di questo ragazzo un po' impacciato con i capelli lunghissimi, che è poi divenuto un artista instancabile che dichiarava di aver sacrificato la famiglia per la musica, che si è infine sposato ed ora ha anche due bambine, a gironzolare tra la sua musica e la collezione di vinili.
Al destino, come ho detto, non piace giocare d’azzardo, e sono sicuro si sia alquanto divertito, tanto quanto io mi sono nuovamente emozionato, nel far tornare Steven Wilson al centro del mio universo musicale grazie a questo libro e a The Future Bites. Lo dico con il cuore in mano, perdetevi senza remore in queste pagine e comprenderete, anche voi, non solo la multiforme bellezza di questo grande artista, ma l’essenza stessa di cosa vuol dire aver vissuto “una vita in musica”.
Articolo del
15/02/2021 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|