”Nel luglio del 1966, Lucio Battisti pubblicava il suo primo singolo, iniziava così la carriera discografica di uno dei più importanti artisti che la musica italiana abbia mai avuto. Negli anni Sessanta era abbastanza facile arrivare ad incidere un disco, ma Battisti, a differenza di tanti altri, aveva alle spalle una lunga gavetta fatta di concerti, i concerti duri del night: ore e ore sul palco suonando di tutto. È questa una delle scuole che hanno permesso a Battisti di presentarsi all’appuntamento con il proprio destino di grande autore e interprete con tutti i mezzi adatti a far emergere il proprio spaventoso talento…”. Così Michele Neri, giornalista, redattore RAI e storico di Lucio Battisti, nell’introduzione al nuovo libro di Roby Matano e Richard Milella dedicato ad uno dei massimi interpreti della musica italiana contemporanea.
Il titolo del libro, Speriamo Bene, prende spunto da una lettera che Lucio Battisti invia nel 1964 a Roby Matano: dopo avergli raccontato a quali brani stava lavorando, il celebre artista la chiude con la sua firma e l’augurio in un futuro roseo.
Ai suoi esordi, uno dei riferimenti musicali che ha tanto aiutato Battisti a scoprire le proprie capacità artistiche ha un nome e cognome: Roby Matano. Il cantante de I Campioni, il complesso in cui Battisti ha esordito come professionista di alto livello e in cui ha suonato per quasi quattro anni, ha intuito in Battisti – e questo è fatto noto – quelle capacità che poi tutti hanno potuto vedere, ha spinto il giovane chitarrista a comporre e lo ha consigliato anche sugli aspetti artistici della sua attività di compositore. Altri aspetti invece di quei primi anni di carriera sono meno noti e Roby ha deciso di raccontarceli senza censure (o quasi), senza cedere ai sentimenti e alla violenza dei ricordi (se qualcuno crede che sia possibile distaccarsi da tante emozioni provate). In queste pagine c’è il Battisti degli esordi, delle delusioni e delle prime grandi soddisfazioni raccontato da colui che rappresenta l’uni ca testimonianza diretta di quella timida camminata, diventata poi una corsa irresistibile, che ha portato Battisti così lontano, così avanti anche se, diciamocelo tranquillamente, tutti noi lo sentiamo sempre in mezzo a noi: la sua voce, le sue musiche, le sue canzoni immortali.
Lucio Battisti era un ragazzo come tutti noi, anzi forse più impacciato e “chiuso” in se stesso, carattere dovuto alla sua provenienza quasi montanara. Poggio Bustone, il paese arroccato sulle colline reatine di cui pochi sapevano l’esistenza prima di conoscere Battisti, ha avuto la sua importanza nell’ imprinting caratteriale del ragazzotto. Il suo paese tanto caro, nel mezzo del Cammino di San Benedetto, terra di San Francesco fra il Terminillo e il monte Rosato, le sue casette, le sue viuzze tutte salita e discese ardite. I Giardini di Marzo erano solo uno spiazzo sterrato dove i bambini tiravano calci ad uno spelacchiato pallone e il Lucio grassottello li guardava solitario seduto su uno dei tanti sassi che caratterizzano il paese. Ma il suo desiderio di rivalsa e riscatto lo portò ad imbracciare una rudimentale chitarra e dopo i primi accordi imparati dal vecchio amico eccolo percorrere in lungo e in largo l’Italia e l’Europa ora con questo ora con quel complesso fino ad approdare a I Campioni che sotto la guida di Roby Matano stavano conoscendo uno splendido momento di notorietà discografica e di pubblico. Roby Matano, dopo avere intuito, seppur grezze, le potenzialità ed averlo preso nel complesso, si prese cura del giovane chitarrista e lo spronò a cercare dentro se stesso ed far risaltare quella vena artistica che con acume dato dalla sua grande esperienza, lui aveva già intuito. Il carteggio fra i due intercorso è fitto e pieno di speranze, provini portati alle case discografiche e regolarmente rifiutati, editori musicali che non avevano bene capito chi fosse veramente quel ragazzo dalla voce sgraziata, una serie infinita di “ripassi fra qualche mese e vedremo…”. Ansie, fiducie, apprensioni e aspettative di un ragazzo come tutti noi che facevano chiudere regolarmente le sue lettere a Roby con uno …. Speriamo Bene …
Articolo del
13/06/2021 -
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