Raccontare sé stessi può rivelarsi difficile per tante ragioni. Forse non ci si vuole confrontare con ricordi dolorosi del passato oppure semplicemente si ritiene di dover mantenere privati momenti, incontri, emozioni.
Altre volte si è troppo occupati, inghiottiti dal vorticare della vita quotidiana che “impone” di parlare della propria esistenza solo attraverso la fugacità di una storia su Instagram. Oppure vi chiamate Robert John Arthur Halford e riuscite, dopo cinquant’anni di carriera, ad aprire voi stessi e a scrivere la vostra autobiografia con lo stesso coraggio con cui vi siete lasciati alle spalle droga ed alcool e avete dichiarato apertamente la vostra omosessualità nel corso di un’intervista a Mtv nel 1998.
Nato il 25 agosto del 1951, Rob Halford è cresciuto in un contesto urbano fatto di fuliggine, acciaio e rumore generati dal lavoro incessante degli operai che operavano nella fonderia e industria metallurgica G. & R. Thomas Ltd. di Walsall.
“Confesso” si apre nel prologo proprio così, gettando uno sguardo veloce al rito quotidiano del cammino fino a scuola del giovane Rob costretto ad attraversare “lo Sfregio” (ovvero la sponda del canale che costeggiava la fonderia). “Ho sempre detto che ho iniziato a sentire l’odore e il sapore dell’heavy metal prima ancora che nascesse il genere musicale” . Partendo da qui in questa biografia Halford tocca, capitolo dopo capitolo, le varie tappe della sua esistenza, come l’amore giovanile per il teatro ed i primi, timidi, accenni di consapevolezza sul proprio orientamento sessuale. Poi l’incontro con la musica e l’ingresso in band come Lord Lucifer e Hiroshima sino ad approdare nei Judas Priest nel 1973, dopo aver sostituito alla voce Al Atkins.
Ognuno dei 24 capitoli si appropria di un frammento episodico raccontato al suo interno ed attraverso una scrittura accattivante, incisiva e ricca di spunti esilaranti, descrive il processo creativo di ciascun album, non solo dei Judas, ma anche della parallela carriera solista come Halford e con le altre due formazioni “maggiori” in cui ha militato: Flight e 2wo.
In più di un’occasione ci si ritrova a sogghignare divertiti dagli innumerevoli avvenimenti ora surreali, ora grotteschi, ora esaltanti (eppure accaduti tutti realmente), che hanno costellato la vita di un uomo che, a fine libro, non potrete che ammirare. La traduzione impeccabile (ad opera di Valeria Presti Danisi) e la rilegatura del volume mettono in luce la consueta cura che Tsunami Edizioni ha nei confronti di tutti i suoi volumi, e che, a ragione, l’ha fatta divenire un punto di riferimento in Italia nell’ambito dell’editoria musicale.
Senza inutili giri di parole e senza svelare nulla più che l’ossatura di un volume che riteniamo una lettura “essenziale” per qualsiasi appassionato di rock/metal, “Confesso” esprime l’anima irrequieta, rumorosa, vibrante di vita di un uomo divenuto leggenda, unico a potersi fregiare del titolo di “Metal God”.
Articolo del
18/09/2021 -
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