Un amore finisce. I due ex innamorati, così diversi, avevano trovato l’unico terreno comune in fatto di gusti musicali nei Baustelle. Da questo dato biografico, come omaggio a un periodo della propria vita, nasce questo mastodontico saggio di David Marte, ex frontman degli Alice in Sexland, formazione neopsichedelica di fine anni 80, poi dj e romanziere.
Scritto tra il 2010 e il 2013, anni dopo la fine della storia, il saggio si concentra su 18 canzoni tratte da tre album dei Baustelle, quelli che li hanno portati al successo e più rock-oriented: “La malavita” (2005); “Amen” (2008); “I mistici dell’Occidente” (2010).
Lo chiarisco subito: si tratta di un saggio notevolissimo, degno di inserirsi nel canone della bibliografia dedicata alla band, forse l’ultimo prodotto di assoluto valore della musica italiana. Lo schema e l’intento del libro sono semplici: analisi del testo, illuminata dalle dichiarazioni della band, quasi sempre ovviamente di Bianconi, autore dei testi, e ricerca di tutti i possibili riferimenti intertestuali (anche col primo romanzo di Bianconi, “Il regno animale”, 2011), culturali, letterari, cinematografici ed artistici.
Come fu per i testi di artisti estremamente diversi tra loro come Battiato, De André, Bowie, Gainsbourg (non a caso tutti amati dalla band), quelli dei Baustelle sono infatti in grado di aprire mondi agli ascoltatori. L’opera di Marte si propone proprio di esplicitare le vie che conducono a questi mondi, offrendone inquadramenti e spiegazioni il più semplici possibili: un vero viatico all’immaginario della band e alla grande cultura del Novecento (nonché dei secoli passati).
Edgar Allan Poe, Dante, Montale, Gadda, Pasolini, Houellebecq, Eliot, Bertolucci (Bernardo), Pietrangeli (Antonio), Coppola (Francis Ford), Kubrick e Caravaggio si affastellano in accostamenti originali che finiscono per creare nuovi sensi e nuovi discorsi, adatti ai tempi cupi più recenti.
Non tutto è perfetto: la scelta dell’autopubblicazione su Amazon ha privato l’opera della revisione di un editor, che sarebbe stato prezioso per una gestione migliore del corposo apparato di note (679 in 282 pagine di testo, spesso importanti, a volte eccessive, mai inutili). Possibile che nessuno fosse interessato a pubblicare, offrendo condizioni economiche decenti all’autore, un saggio di questa levatura? Inutile poi lamentarsi del fatto che la gente compra su Amazon e non in libreria, quando libri importanti come questo si trovano solo lì.
Conclude l’opera un elenco delle fonti canzone per canzone: a dare l’idea della corposità del background culturale dei Baustelle basti dire che tale elenco è lungo oltre 50 pagine. Saggio importante, quindi, consigliatissimo a tutti i fans della band (almeno 60000, stando alle vendite di “Amen”). Compratelo. Su Amazon
Articolo del
04/03/2022 -
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