Già edito nel 2009 per Coniglio Editore come “Insieme Mina Battisti”, ritorna in libreria il benemerito saggio di Enrico Casarini dedicato allo storico duetto di Mina e Lucio Battisti andato in onda il 23 aprile 1972 nel varietà della domenica sera “Teatro 10”.
Rispetto alla prima edizione vi sono però tre novità: un taglio, anche brutale, di tutti i capitoli dedicati alla contestualizzazione del duetto dal punto di vista storico (terrorismo, malavita, politica istituzionale, costume, economia, cronaca), che però giova assai alla scorrevolezza del volume e della lettura; il taglio di considerazioni e paragoni eleganti e di effetto, ma che nulla aggiungevano alla ricostruzione dell’evento; l’aggiunta di ulteriori ricordi dei testimoni e protagonisti, spesso tratti da interviste stavolta non rilasciate all’autore. Insomma, tra taglia, aggiungi e cuci Casarini è passato dalle 368 pagine scritte piccole del 2009 alle 288 scritte medio grandi di oggi.
Sarebbe un errore però, come ho già suggerito, pensare che il libro valga di meno. È stato levato ciò che non è strettamente inerente al duetto e alla trasmissione in cui è stato eseguito: la ricostruzione dell’evento che sigillò la fine dell’Italia del miracolo non perde un grammo della sua sostanza e, anzi, semmai, si accresce di particolari.
Teatro 10, l’ultimo grande varietà televisivo figlio degli anni Sessanta; Antonello Falqui, un regista geniale, figlio di Broadway, sbertucciato o ignorato dalla critica perché troppo classico, ma amato dal pubblico, che chiede aiuto per l’edizione 1972 a Mina, la donna della provvidenza televisiva; Alberto Lupo, present/attore all’apice del successo, ma con presentimento di crisi, che verrà, nel peggiore dei modi. Così, di fronte al successo di pubblico strepitoso, ma alla freddezza della critica, che contava moltissimo in un’epoca in cui esisteva il monopolio televisivo RAI, per cui più degli ascolti e delle visioni importava l’indice di gradimento, una Mina, pur stufa di comparire in tv, chiede un piccolo aiuto all’amico Lucio Battisti, che, al culmine della sua creatività, le ha regalato da maggio 1970 Insieme, Io e te da soli, Amor mio e La mente torna: perché non viene a Roma, in RAI, a fare un duetto con lei e a presentare l’imminente nuovo singolo "I giardini di marzo"?
Tra l’altro, pare che sia in questa occasione che Mogol e Battisti le facciano ascoltare Il mio canto libero, che lei rifiuta. Ma, insomma, a Mina non si rifiuta tanto facilmente un piacere: così Battisti chiama 5 dei musicisti che hanno appena registrato con lui l’LP di prossima uscita UMANAMENTE UOMO: IL SOGNO. Il 18 e il 19 aprile si registrano duetto e playback di Battisti su I giardini di marzo. Già, perché lo show è tutto registrato, anche se si fa credere al pubblico che sia tutto in diretta. Dopo la sua trasmissione, il 23 aprile, per Battisti tutto cambia: la gente comincia a riconoscerlo per strada, sia pure approssimativamente, (“Ma lei... Ma lei non è Lucio... Lucio... Lucio Dalla? L’ho vista ieri sera! È stato grande!”) e i paparazzi iniziano ad interessarsi pesantemente a lui e alla sua vita privata. Subito stanco dell’attenzione dei media, si isolerà sempre più; analogamente, Mina non tornerà più in TV per due anni, quando “Milleluci” sarà il suo ultimo show.
Scritto in punta di penna, basato su una documentazione maniacale e precisissima, “Il duetto Mina Battisti” è un caposaldo nella letteratura dedicata ai due musicisti, ma anche un’opera di grande valore in assoluto, perfino nella storia del costume. In definitiva, una pietra miliare da avere assolutamente
Articolo del
10/10/2022 -
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