Gli scritti di Maurizio Blatto intrecciano fatti, persone e canzoni (e spesso testi delle canzoni) in maniera fantasiosa e originalissima.
Su “Extra! Music Magazine” abbiamo già recensito i precedenti “MyTunes” (Baldini&Castoldi) e “Sto ascoltando dei dischi” (Add editore), e sempre per questa testata una decina di anni fa lo intervistammo come gestore di Backdoor, eccellente negozio di dischi di Torino e tappa obbligata, aggiungeremmo, per qualunque appassionato di musica che si trovasse a fare una sosta in quella città.
Diciamolo subito: se si ama la musica, un libro come “Canzoni di Natale” è un acquisto obbligato. Come al solito, le digressioni sui brani selezionati da Blatto sono spunti per narrare brevi storie, o vicende biografiche, e allo stesso tempo offrire al lettore informazioni sugli artisti e sulle composizioni citati.
In modo molto discreto, in fondo l’autore ci fornisce “consigli per l’ascolto”, pieni di brio. Tuttavia, come già osservammo nelle recensioni degli altri testi da lui pubblicati, l’irresistibile ironia bonaria che ne caratterizza lo stile è non di rado venata di malinconia, e anche negli episodi ridanciani il suo sguardo sottile coglie talvolta aspetti tristi o dolorosi, dando vita a momenti toccanti.
Blatto lo premette: il Natale è prima di tutto uno “stato mentale”, e le feste natalizie sono un periodo dell’anno in cui stereotipi, banalità e tradizione infondono tranquillità e sicurezza (gli Wham! di “Last Christmas”; Tin Pan Alley, il compositore Irving Berlin e la sua “White Christmas” interpretata da Bing Crosby; la celebre “Do They Know It's Christmas?” dei Band Aid; la “sexy” “All I Want for Christmas Is You” di Mariah Carey).
Però il Natale può generare anche insoddisfazione e impalpabile malinconia. Tutto ciò è ben rappresentato, ad esempio, dallo splendido “Christmas Time Is Here” del Vince Guaraldi Trio, che ‒dice Blatto in pagine sinceramente commoventi ‒ “sarà sempre qui a ricordarci la dolcezza e la fragilità della vita”. O da “Fairytale of New York”, classico dei Pogues in cui è fin troppo evidente che “Natale non funziona per tutti, anzi amplifica l’eco di chi sguazza nei guai”, e da “Christmas Card from a Hooker in Minneapolis” (Tom Waits), altro momento del libro in cui l’autore sembra proprio scrivere col cuore in mano.
E a proposito di malinconia, messa in rilievo l’assenza di un patrimonio tradizionale di canzoni natalizie nostrane, vengono passati in rassegna numerosi brani italiani in cui il Natale è associato alla tristezza.
Ma, attenzione: “Canzoni di Natale” è pur sempre un libro di Maurizio Blatto, e quindi gli episodi divertenti, fantozziani e surreali non possono certo mancare. Tra i più spassosi, quello con protagonisti “Mototreno” e il “Merlo di Bahia”, che entrano di diritto nellla galleria di tipi umani “leggendari” creata fin dai tempi dell’esordio “L'ultimo disco dei Mohicani”; i riferimenti all’iniziativa filantropica dei Band Aid contro la carestia in Etiopia e le suggerite analogie impertinenti con le “madri e le suocere italiane” e la loro “orda d’attacco culinaria” pianificata annualmente a partire da fine novembre; le disavventure legate al ricevimento di un singolo inviato per posta dal fan club dei REM; il rimbrotto immaginario rivolto dalla madre di David Bowie dopo il duetto eseguito dal figlio con Bing Crosby nel corso di uno special trasmesso nel 1977.
Piacevolissimo, e da godersi non solo in prossimità delle feste natalizie.
Articolo del
23/12/2022 -
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