Già, i Meat Puppets. Grande gruppo, ma chi ci pensava più?
Eppure, come sottolinea Roberto Curti nella sua interessante monografia pubblicata dalla Tuttle Edizioni, Curt e Cris Kirkwood, invitati sul palco da Kurt Cobain per suonare durante l’esibizione dei Nirvana al programma MTV Unplugged nel 1993, il loro momento di notorietà “mainstream” l’hanno avuto. Vennero eseguite ben tre canzoni della band, accanto alle cover di Vaselines, David Bowie e Lead Belly. Un omaggio sentito al talento del trio dell’Arizona, che però ai Meat Puppets non assicurò né successo, né particolari soddisfazioni a livello di incassi derivati dalla vendita dei dischi.
Il libro di Curti fornisce uno spunto prezioso per scoprire, o riscoprire, il catalogo degli album incisi dal complesso, con un’analisi sintetica ma efficace dei brani che li compongono.
Le notizie biografiche sono essenziali. L’autore fa un resoconto di quelle determinanti per contestualizzare gli snodi della carriera dei Meat Puppets, le scelte artistiche, e la musica da loro prodotta, e sottolinea l’unicità di un suono originalissimo; fin dall’inizio, crogiolo di stili e generi musicali appartenenti alla tradizione del continente americano, e in continui sviluppi e mutazione.
Hardcore punk, southern rock, hard rock, country and western, folk, bluegrass, jazz, fusion (il giovane Cris Kirkwood rimarrà folgorato dalla bellezza elettrizzante di un concerto dei Weather Report) e musica psichedelica, centrifugati in maniera personale, anche se, quando i risultati non sono convincenti, l’autore non evita di farlo notare (ad esempio, si vedano i commenti a “Mirage”, LP del 1987).
E forse, uno dei punti forti del testo è proprio l’attenzione rivolta alle composizioni, che consente di mettere in luce i momenti pregevoli anche delle opere sottotono.
Il lettore meno attento alle strade intraprese dal gruppo, e dai singoli membri in altri progetti, scoprirà così che anche gli album più recenti (l’ultimo in studio, “Dusty Notes” risale al 2019) riservano piacevoli sorprese, e non potrà che essere grato a Roberto Curti, il quale, dopo i libri su Hüsker Dü e Replacements, ha pubblicato un altro titolo davvero allettante per gli appassionati di musica underground americana
Articolo del
24/04/2023 -
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