Difficile muovere critiche a un’opera di ricerca minuziosa e accurata come quella svolta da Episch Porzioni in “Music paranoia”, ma più che lecito porsi dubbi su quanto sia fruibile da semplici appassionati di musica poco avvezzi alla lettura di saggi di sociologia.
L’indagine si occupa di paranoie, angosce e teorie complottistiche, e delle dinamiche e dei processi che queste hanno messo, e continuano a mettere, in atto mediante schemi ripetuti, seppure con modalità differenti, in un arco temporale che l’autore divide in tre ere (principio anni Sessanta-primi anni Novanta; inizio della diffusione di Internet; epoca dei social network).
La caccia arbitraria e spesso dissennata a nessi, simboli e coincidenze, la divulgazione di notizie false, le campagne denigratorie che ne sono derivate, e la copertura mediatica che di solito ha amplificato anche i fatti più sensazionali e inattendibili hanno avuto come risultato la propagazione di bufale riguardanti anche numerosi artisti della popular music.
Porzioni ne offre una vasta selezione, che abbraccia diversi generi musicali (folk, rock, punk, pop, heavy metal e hard rock, indie rock, rap, country).
Lo stupore è assoluto nel leggere della dabbenaggine delle migliaia di persone che, di decennio in decennio, si sono bevute, e continuano a bersi, panzane grossolane. I brani dei Beatles composti in realtà da Theodor Adorno; Bob Dylan che vende l’anima al diavolo; il suicidio di due ragazzi, nel 1985, istigato da un messaggio registrato al contrario ascoltato nell’LP “Stained Class” dei Judas Priest (uscito, per altro, sette anni prima; grande classico, comunque, quello dei contenuti trasmessi in modo più o meno subliminale attraverso i solchi dei dischi); il Morrissey profeta di “Alma Matters”, che anticipa la morte di Lady Diana Spencer; la cecità simulata di Stevie Wonder; la mutazione di Justin Bieber durante un concerto, che ne rivela la vera natura di rettiliano; Courtney Love mandante dell’omicidio (perché il suicidio è stata una montatura) di Kurt Cobain; Taylor Swift sostituita dalla figlia del fondatore della Chiesa di Satana per diffondere il verbo del maligno.
Tra le perle incluse in “Music paranoia” c’è anche spazio per l’Italia: si scoprirà, ad esempio, che Jovanotti è un massone al soldo dei poteri occulti che governano il mondo, e che Pippo Franco (!) è stato sostituito da un sosia dopo essere stato ucciso nel 1981 da un contadino pugliese (!!).
Tra gli aneddoti più interessanti, la burla architettata negli anni Ottanta dai Crass, gruppo anarco-punk che, col montaggio di stralci di frasi pronunciate dal primo ministro inglese Margaret Thatcher e dall’allora presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan, rischiò di alterare i già precari equilibri tra Est e Ovest nell’epoca della guerra fredda, e quello con protagonista Debbie Harry, vittima potenziale del serial killer Ted Bundy.
Tirando le somme, un libro abbastanza intrigante, penalizzato però da una quantità di dati e approfondimenti eccessiva, forse più adatta a un testo accademico. Il curioso che dovesse accostarsi a “Music paranoia” con l’intenzione di leggere una sorta di “Lo sapevate che” in ambito musicale potrebbe essere effettivamente sopraffatto da tale mole di informazioni
Articolo del
01/05/2023 -
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