Per niente facile, essere punk nel 1978, a Milano come a Londra. Figurarsi a Gemona del Friuli. Ce n’era solo uno: Edi Toffoli, per gli amici Kermit, dal famoso muppet.
Ecco, fatelo voi il punk in un paese e in una regione appena distrutti dal terremoto, in piena ricostruzione guidata da rudi furlans, votati alla fatica e spregiatori di qualsiasi idea di sicurezza su lavoro (“Se chiedevi un paio di guanti ti rispondevano: “Perché, sei finocchio?”; patriarcato alfa mode on), mentre avete un disperato bisogno di lavorare perché siete andati via di casa a 15 anni e vivete in un container per baraccati. In un mondo in cui perfino nelle città più grandi le notizie su ciò che si muoveva nel mondo rock arrivavano a spizzichi e bocconi, spesso distorte oltre ogni dire, la scelta di vita di Toffoli fu decisa e molto più radicale di chi, vivendo in aree urbane poteva contare su una rete di affini.
Pordenone, all’epoca patria del Great Complotto (che anni dopo avrebbe figliato Prozac+, Tre allegri ragazzi morti e Sick Tamburo), al confronto pareva letteralmente Londra. Già trovare degli strumenti e poter registrare, in quella Gemona, in quella provincia di Udine, in quel Friuli, era un’impresa titanica.
Nonostante questo, Toffoli diede vita prima agli Alternative, poi ai Mercenary God, infine ai The Sex (sulla cui avventura è incentrato il libro e che si mossero in direzione della new wave), lontano da ogni dove, in un’epoca in cui era impresa titanica arrivare a suonare a Treviso (!!!) e in cui l’innocenza e il candore di questi giovani punk di provincia erano tali da impedirgli di raggiungere i media (lo sgamato Great Complotto, invece, riuscì a vedersi dedicato un leggendario servizio di “Mr. Fantasy”, su RAI1, a firma di Roberto D’Agostino; delle band punk di Bologna e Milano si discettava su “L’Espresso” e “Panorama”).
Ecco quindi il titolo del libro, in un inglese volutamente maccheronico: Provincial Punk, invece che “Small Town Punk”. Lontani da Londra perfino nella conoscenza dell’inglese, come quasi tutti gli italiani d’allora.
Ho parlato di candore: ed è una delle cose che più colpisce, di questo appassionante memoir, scritto con penna leggera e bello stile da un Toffoli con un anno di professionale grafico alle spalle, ma nutrito fin dall’infanzia di voraci, disordinate e onnicomprensive letture che si fanno positivamente sentire. Quello che è ritratto è un ragazzo di provincia di quegli anni in cui tanti, specie se appassionati di musiche altre rispetto al mainstream, potranno riconoscersi, digiuno del mondo, ma coraggioso, capace di girare l’Italia in autostop (lo so, lo facevano già gli hippies), vivendo alla giornata in topaie abusive, ospitato dal buon cuore di qualche marginale come lui, incontrato per caso.
Altra cosa notevole di “Provincial Punk” è senz’altro l’abilità nel dipingere il ritratto di quel mondo, di quell’epoca. Chi lo ha vissuto lo respirerà letteralmente, specie i friulani (io ero di Pordenone), ma anche tutti gli altri. E riuscire a rendere in un modo così icastico il profumo di un’epoca è cosa da pochi. Tanti sono i fili che avvincono il lettore: la scelta di mantenersi da solo lavorando in un ambiente totalmente ostile ai punk, in cui riesce però a farsi rispettare (memorabile la scena dell’iniziazione all’ennesimo cantiere, con trasporto di un sacco pesantissimo, oltre le sue possibilità); i rapporti con le ragazze e con gli amici; quello con la città; e ovviamente l’evoluzione della band su cui ha puntato tutta la sua vita, i The Sex!.
C’è ovviamente, il sapore di quello che avrebbe potuto essere e non è stato. La depressione che prende il giovane Toffoli proprio quando i The Sex! stanno producendo le cose migliori e gli impedisce di coglierne i frutti (“Ricevetti perfino un paio di lettere che mi proponevano accordi per una distribuzione a livello nazionale, alle quali non prestai la minima attenzione”) fa male anche al lettore.
Libro consigliato, perché a volte quelle che sono diventate loro malgrado note a margine della grande storia del rock hanno una verità umana e artistica da raccontare che non invidia nulla a nessuno.
Articolo del
08/02/2024 -
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