“Andammo a piedi, solo noi tre, percorrendo una delle vie principali del centro fino a North End, la zona italiana di Boston. Jerry e Doyle erano in tutto il loro splendore, truccati e con i devilock definiti, e sfilarono sotto gli sguardi degli automobilisti, sconcertati nel vedere due muscolosi demoni punk dall’aria intimidatoria”: è il ricordo di John Sox, cantante della punk band dei F.U.’s (una delle tante testimonianza raccolte dall’autore), dei preparativi di scena del video di "Braineaters", l’unico girato dai Misfits nel primo periodo della loro esistenza, sabato 19 marzo 1983, al ristorante Durgin-Park.
Già: i Misfits facevano paura. Ed era stato proprio Jerry Only, il bassista della band, a creare l’impressionante devilock, la “ciocca del Diavolo”, come ebbe a dire “una scandalizzata signora di Lodi” (quella del New Jersey, non quella lombarda).
Ufficializzato con l’uscita dell’Ep "HORROR BUSINESS", il 26 giugno 1979, divenne un marchio di fabbrica dei creatori dell'horror punk, nuova versione dello shock rock, che aveva avuto illustri antenati in Screamin’ Jay Hawkins, Arthur Brown, Alice Cooper e i Kiss.
E infatti i Misfits vennero soprannominati sarcasticamente proprio Kissfits dai loro detrattori in ambito punk, insofferenti per una mania, quella dell’horror, che sembrava aver poco a che spartire con la originaria purezza punk.
Band seminale, che raccolse nel suo primo ciclo di esistenza meno di quel che avrebbe meritato, vista anche l’orecchiabilità della prima produzione, antesignana di tanto pop punk (ed erede in questo della lezione dei Ramones), ammantò di tanto mistero, funzionale al proprio mito, le proprie vicende biografiche, che non ne esisteva una biografia che ne raccontasse le origini.
A livello mondiale. È stato questo a smuovere Antonio Zuccaro, arrivato ai Misfits tramite la cover di Last Caress/Green Hell che i Metallica proposero nel loro THE $5.98 E.P - GARAGE DAYS RE_REVISITED: “Per anni, conoscere la storia del gruppo e le biografie dei singoli musicisti è stata un’impresa ostica. Noi fan potevamo contare soltanto sulle informazioni centellinate dai diretti interessati durante le interviste rilasciate alle riviste; soltanto i pochi e più fanatici appassionati, immersi nel sottobosco carbonaro del tapetrading punk e hardcore e dello scambio di fanzine internazionali, avevano accesso a informazioni più dettagliate.
Comunque, sempre parziali”. Internet cambiò le cose: “Eppure, qualche dettaglio, anche importante, sfuggiva sempre”. Ed ecco ora questa “unofficial & unauthorized” biografia, prodotta da Zuccaro con un lavoro certosino di ricerca delle fonti: orali, con interviste a chiunque abbia avuto a che fare con i Misfits fino alla pubblicazione di STATIC AGE; iconografiche e testuali, con la ricerca delle fonti ispirative dei Misfits; discografiche, con la segnalazione di varianti e rarità nella selva di pubblicazioni della band.
Un lavoro dettagliatissimo, che ricostruisce ogni vicenda della band, e che farà la felicità dei suoi adepti, e che ha l’unico punto debole nella mancanza delle copertine dei dischi dei Misfits; tantissime però sono le immagini delle fonti da cui sono tratte. Valore aggiunto del volume è la serie di oltre 100 biografie delle band che hanno suonato coi Misfists, alcune delle quali mai scritte finora. Ottimo e consigliato ai fans della band.
Articolo del
26/03/2024 -
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