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Leggendo questo libro ripensavo al Palladium e alle rassegne di musica elettronica che ha ospitato puntualmente questo inverno insieme all’Università di Roma Tre. Un folto numero di musicisti italiani e stranieri, come Christian Fennesz, per esempio si sono alternati proponendo un “mix” davvero interessante di musica elettronica, “ambient” e sperimentazione. Ma dove risiedevano le radici di tutto questo, dove andare a scavare per avere qualche traccia dei veri pionieri della musica elettronica? Questo libro sui Kraftwerk, scritto da Gabriele Lunati, giornalista musicale e redattore di Virgilio sul web, ripercorre la storia di questa band tedesca dei primi anni settanta che - fuori dai vari clichès delle rock stars anglo americane - impostò con rigore teutonico una ricerca sul rapporto uomo-macchine, suono-rumore, musica e tecnologia arrivando a codificare attraverso album come “Radio-Activity” e “Trans-Europe Express” uno stile musicale capace di dare poesia e valenza melodica allo stridore delle macchine, al fruscio di un sintetizzatore (erano i tempi dei primi moog, ricordate?) I Kraftewrk, insieme ai Can e ai Tangerine Dream, furono gli iniziatori di questa via germanica all’elettronica che influenzò poi tutte le esperienze successive. Il rumore come naturale fonte di crescita musicale, sinfonie per autostrade, il rombo di aerei che passano sopra le nostre teste, le rotaie di una linea ferroviaria, base musicale di ogni viaggio in treno, il tutto con semplicità e lucidità descrittiva, all’infuori delle eccessive intellettualizzazioni che di solito sono connesse a questo genere di discorsi. L’Uomo-Macchina teorizzato dai Kraftewrk nei testi delle loro canzoni, alcune delle quali pubblicate integralmente, torna a rivivere, quello che allora era futuribile oggi trova nella realtà della nuova musica elettronica minimale una corretta espressione. Un bel libro, ricco di informazioni e di riferimenti bibliografici, con una discografia completa dei Kraftwerk, fra i pochi capaci di governare l’anarchia dei suoni e di dare una struttura armonica al rumore, unico vero protagonista assoluto della società industriale.
Articolo del
08/06/2005 -
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