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Di Luca De Gennaro, noto come dj in radio e in discoteca e per essere uno dei cardini di MTV Italia, avevamo già letto il precedente libro “Dj Power”, interessante ma poco strutturata storia del mestiere del disc-jockey comprensivo di interviste e qualche aneddoto personale. Questo “E Tutto Il Mondo Fuori”, però, è in tutto e per tutto un’altra cosa - in meglio – dato che rappresenta una proposta gustosa anche sul piano letterario, e lancia l’eclettico De Gennaro come una sorta di Nick Hornby di casa nostra. Lo spunto/filo conduttore del libro è il megatour negli stadi di Vasco Rossi del 2004, dove De Gennaro viene chiamato ad esibirsi come performer di supporto, con il suo set di dj. Ovvero: una “persona normale”, come De Gennaro si autodefinisce, che prende il metrò la mattina per andare al lavoro, e tiene moglie e figli, che ha l’opportunità per un’ora di essere la star sul palco al centro di uno stadio di foootball, prima naturalmente che arrivi Vasco a prendersi quello che gli spetta e che il Nostro, tornato ai margini dell’evento, si senta un po’ come il Lucky Luke dei fumetti del Corriere dei Piccoli, un eroe solitario a cui nessuno fa più caso. I racconti del backstage ed i dubbi sulla scaletta da proporre sono intervallati da una serie di divertenti ed istruttive reminiscenze sull’epoca pionieristica in cui in Italia nacquero le radio private e su quel particolare momento storico in cui, dopo la “siccità” degli anni Settanta, i concerti rock delle star internazionali tornarono finalmente in Italia, seppur col contagocce e con la miriade di difficoltà organizzative connesse. Particolarmente divertente, e anche assai toccante, è il capitolo in cui De Gennaro descrive la mitica esibizione che i Clash tennero a Firenze il 23 maggio 1981 allo Stadio Comunale oggi Artemio Franchi (che l’autore, nel momento in cui va ad esibirvisi da protagonista, continua a vedere come lo “stadio dei Clash”) e l’impatto che essa ha lasciato sul dj e sul gruppo di amici che era con lui. Uno di questi, apprendiamo, si è riproposto di conoscere tutti quelli che erano a quel sensazionale concerto e, addirittura, ogni dieci anni esatti dal 23 maggio ‘81 organizza un intrepido nostalgico pellegrinaggio al Franchi, con qualche anima pia che riapre i cancelli per l’occasione. Pare che il numero dei reduci si sia moltiplicato ad ogni scadenza (due, finora, ovviamente); magari, se non avremo di meglio da fare, nel 2011 ci andremo pure noi, che al concerto dei Clash a Firenze c’eravamo e come tutti ne siamo rimasti folgorati. Una lettura altamente consigliata a tutti coloro che hanno divorato “Alta Fedeltà” nell’arco di una giornata e a chi, magari a dispetto dell’evidenza, è tuttora convinto di essere “nato per correre”. E ai fan del Blasco, ovviamente.
Articolo del
23/06/2005 -
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