|
Per celebrare i 30 anni dall’uscita di “Born to run”, un disco che oltre a cambiare la vita e la storia di Bruce Springsteen segnò anche un importante svolta nella storia della musica rock, la Sony Bmg manda alle stampe un cofanetto celebrativo che comprende al suo interno il cd con la versione rimasterizzata dell’album, e due dvd: un lungo film dedicato alla lavorazione dell’album, con immagini d’epoca delle sessions di registrazione, e con i commenti del Boss e dei protagonisti che diedero corpo e anima a tutta alla realizzazione di quel 33 giri, e un secondo dvd che riporta il concerto integrale che Bruce e la E Street band suonarono il 18 Novembre 1975 all’Hammersmith Odeon di Londra, e che fu il loro primo concerto in Europa. Del disco rimasterizzato si dice in altra sezione di Extra!, basti aggiungere in questa sede che il restyling riesce a dare nuova brillantezza ad un suono che nel 1975, anche per una produzione fin troppo meticolosa, dava solo in parte l’idea della ricchezza sonora che dal vivo esibivano generosi Bruce e gli E Streeters. A darcene un’idea più precisa ci pensa proprio il dvd live dedicato al concerto di Londra datato 1975. Imperdibile il Boss, che all’epoca si presentava ancora magrolino, con una folta barba e un curioso copricapo di lana. Le esecuzioni sono tutte tiratissime, mediamente più veloci rispetto a quelle pubblicate sui 3 album fino a quel momento editi e conservano una innocenza quasi punk, che cogli anni anche Springsteen avrebbe poi perduto. Il suono magari ancora grezzo, la voce ancora acerba, la E Street band che cercava ancora una suo completa identità: eppure a sentirle dal vivo, Thunder road, Born to run, Jungleland, Backstreets sono quello che doveva essere un disco rock senza fronzoli senza dettami dalle etichette discografiche, senza troppi compromessi insomma. Per capire come nacquero quelle canzoni, o forse ancora meglio come si arrivò a tessere tutte le complicate trame che poi finirono nelle versioni su vinile, il secondo dvd “Whings for wheels” ci regala invece il dietro le quinte di Born to run. Con immagini d’archivio, riprese durante le sessions in studio ( e Bruce, meticolosissimo, nel pretendere da ognuno dei suoi musicisti esattamente quello che voleva si sentisse sul disco) e i commenti dello stesso Springsteen e dei suoi compagni d’avventura, che oggi, a distanza di trent’anni provano a raccontare come si arrivò a realizzare un’opera così significativa per la musica rock. Dai suggerimenti di Little Steven per il riff di chitarra della title track, al solo di sax di Jungleland, dalla scelta dell’immagine di copertina alla prima pagina di Time e Newsweek conquistata da un Bruce ancora lontano dall’immagine del Boss degli anni ’80. Se dovessimo calcare la mano su un solo aspetto, forse stavolta vorremmo dare gran merito alla E Street band che all’epoca forgiava ancora il suo suono e forse non sapeva che avrebbe accompagnato le fortune di Springsteen per almeno 30 anni. E di quel disco così importante e determinante, oltre ai meriti compositivi dell’autore va dato merito ai produttori Jon Landau e Mike Appel, e appunto alla band, da Clarence Clemons al sax a Roy Bittan e Danny Federici al piano e all’organo, da Steve Van Zandt, appunto alle chitarre, alla sezione ritmica di Max Weinberg e Garry Tallent. Quasi eroici dal vivo, su quel disco erano ancora lì dal dire tutto quello che avrebbero detto, ma non è un caso che a distanza di tanto tempo, il marchio di fabbrica sia ancora quello: Bruce Sprinsgteen & the E Street band.
Articolo del
06/12/2005 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|