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Finalmente una biografia che racconta le avventure e la storia di Enzo Jannacci, settanta anni compiuti, uno dei personaggi più schivi ma al tempo stesso più importanti della canzone italiana d’autore. La sua ironia, divertita e irriverente, dal teatro al cabaret, fino ad arrivare ai palcoscenici di tutta Italia - insieme a Giorgio Gaber, a Dario Fo, ad Adriano Celentano o da solo - ci appartiene a tutti ed è davvero un piacere leggere e rivisitare aneddoti e citazioni varie del nostro Enzo Jannacci, medico chirurgo, ora in pensione, che riusciva a mettere sullo stesso piano la serietà del suo impegno in sala operatoria e le armonie surreali proprie delle sue canzoni. La prima parte del libro contiene delle interviste inedite con Jannacci, un qualcosa di stupendo, a metà strada fra il comico e il metafisico, la seconda parte invece narra della genesi del musicista Jannacci da quel fatidico 3 Giugno 1935, data della sua nascita, al 1959. E poi via, ecco il successo, dagli anni sessanta in poi, contrassegnato da brani come “Vengo Anch’io, No Tu No” e “ Ho Visto Un Re”, quest’ultima scitta per lui da Dario Fo. Arrivano gli anni settanta, cambiano le mode, ma lui non si scompone e pubblica una fantastica “ Messico e Nuvole”, scritta da Paolo Conte, e cantata poi da tutta Italia. Il libro parla anche della sua fede calcistica per il Milan, di Gianni Rivera, del suo amico Beppe Viola, il noto telecronista sportivo, il più bravo di tutti, prematuramente scomparso, e ci racconta la genesi di “Quelli Che…” , una svolta epocale e politica per la carriera di Enzo Jannacci. Dei suoi anni ottanta ricordiamo tutti “Ci Vuole Orecchio” , un’altra canzone entrata nella memoria collettiva di tutti noi. Il testo è stato scritto da Guido Michelone che insegna Storia di Musica Afroamericana all’Università Cattolica di Milano e si avvale nella parte finale di una appendice intitolata Jannaccipensiero, tra canzoni e società, medicina e politica. Una vera e propria serie di gustosi aforismi che raccolgono il meglio della vivacità intellettuale, del sarcasmo ma anche dell’amarezza del nostro caro Enzo. Un ottimo testo, che si legge tutto di un fiato e che ci fa divertire e riflettere al tempo stesso, o meglio, all’unisono…
Articolo del
17/01/2006 -
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