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Di solito pubblicazioni di questo genere costano un sacco di soldi, dicono poco di nuovo e, in definitiva, invecchiano in fretta. L’”Annuario della Musica” della Gremese – che inaugura la nuova collana “Annuari e guide” - contraddice nella maniera più totale le costanti di cui sopra. E ribadisce – nell’epoca dell’e-paper, dell’e-book, di internet nel telefonino e fra un po’ sottopelle – la necessità di un buon vecchio, profumato libro di consultazione. Però c’è di più. Molto di più. Punto primo: è scritto da due pozzi di conoscenza musicale con alle spalle anni ed anni di lavoro nel settore, come Emanuele Tamagnini ed Alessandro Bonini. Già autori di un’”Enciclopedia Discografica” e di numerosi volumi monografici dedicati a specifici generi musicali. A seguire. Punto primo: costa 20 (venti!) euro a fronte di una mole di dati davvero ragguardevole. Prezzo accessibile a chiunque. Punto secondo: serve davvero. Oltre alle sezioni più propriamente “d’archivio” (case discografiche, studi di registrazione, agenzie e promoter, scuole di musica e molte altre) davvero ricchissime, c’è una parte “di contenuti”. Che aggiunge, chiarisce e allarga l’obiettivo – attraverso saggi ed approfondimenti – su snodi cruciali del panorama musicale italiota e no come il contratto discografico, le (infinite) magagne legate alla Siae, le attrezzature informatiche per costruirsi una propria postazione musicale, il panorama editoriale on-line e quello delle emittenti musicali. Insomma: si va ben oltre la pur encomiabile e sudata opera di classificazione – che costituisce comunque i due terzi del lavoro - di tutte quelle “informazioni e referenze utili per chi ama la musica, lavora in questo mondo o aspira ad entrarvi”. C’è dietro l’intento di tirar fuori una specie di piccola-Grande Opera popolare, settoriale ma decisamente open-target. E per giunta destinata ad aggiornamenti puntuali nel corso dei prossimi anni. E proprio nella multiforme destinazione sta l’altro punto forte dell’”Annuario”: così come dà la dritta giusta al pischello che suona in cantina, allarga il respiro fornendo indicazioni preziose (credetemi, meglio trovarle già classificate, certe informazioni, che doversi bruciare gli occhi davanti al monitor per scovarle) agli addetti ai lavori. Ad esempio con la rassegna delle radio, nazionali, dei network e delle web-radio o, ancora, delle riviste e dei portali, diventa un volume imprescindibile per chi recensisce, scrive, organizza, suona, critica, parla e sparla, canta o più semplicemente si sollazza allegramente in quel microcosmo musicale italiano che – i dati lo confermano, basta guardare ad altre due sezioni del libro: le uscite italiane del 2005 e le interviste – è più vivo che mai. Insomma, la premiata ditta Tamagnini & Bonini – con l’innesto di qualche altro collaboratore – ha messo su un’opera che, nonostante l’impianto metamusicale, si fa leggere in grande scioltezza. E per giunta utile a chiunque, dalla massaia di Voghera (oddio magari la massaia no) alle agenzie musicali, ai giornal(ai)isti di musica a chi sogna, da fuori, in un modo o in un altro, di entrare prima o poi nel disperato vortice del sistema musicale globale. L’acquisto vale. La carta profuma. La brossura è elegante. La copertina in cartoncino con bandelle. Una profonda goduria per noi uomini dalla “typographical mind”. Che sguazziamo in rete. Ma ogni tanto vogliamo punti fermi – di spessore – fuori dalla rete. Ai quali, magari senza dirlo troppo in giro, ci aggrappiamo (spesso e) volentieri.
Articolo del
02/05/2006 -
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