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Il libro in realtà è una raccolta delle principali canzoni scritte e cantate da Serge Gainsbourg, uno dei maggiori protagonisti della canzone francese, nonché attore e regista cinematografico, morto a Parigi nel 1991. A quindici anni dalla sua scomparsa, Dionisio Bauducco ha pensato bene di curare questa edizione che racconta Gainsbourg “senza filtri”, dando voce e risonanza a tutti i suoi testi, non soltanto a quello di “Je T’aime Moi Non Plus”, la canzone eseguita insieme a Jane Birkin, la sua amante, che tanto fece scandalo nel 1969 e per la quale è rimasto famoso. Gainsbourg era un intellettuale atipico, voleva azzerare qualsiasi differenza fra un cultura “alta” riservata ad una élite ed una “bassa”, di fruizione popolare, era un provocatore vero, tanto nelle elaborazioni musicali, che mettevano insieme jazz, rock e psichedelica, quanto nelle liriche dei suoi brani, disperate, talvolta morbose, ma sempre capaci dare voce alle sue ossessioni. Artista imprevedibile, scontroso in apparenza, interiormente fragile, sempre disposto ad inseguire i suoi sogni, che si lascia dominare dal suo senso estetico, che adora l’incanto, lo smarrimento che proviene da ogni incontro amoroso, meglio se sconveniente, meglio se irregolare. Senz’altro da ricordare la sua storia tempestosa con Brigitte Bardot, descritta su “B. B.”, ma la relazione definitiva per lui è stata quella con Jane Birkin, alias Melody Nelson, in uno dei suoi dischi più famosi. Gainsbourg era uno spirito libero, che non accettava regole, che non subiva imposizioni, che ricorreva molto spesso a degli “alter ego”, perché a volte non bastava neppure a se stesso. Non aveva paura del giudizio degli altri, sfidava l’opinione pubblica ogni volta, appariva ribelle e sfrontato, ma dentro era timido e riservato. Tutto questo, e molto altro ancora, troverete all’interno dei suoi testi, con traduzione a fronte, qui pubblicati, e sarà un’occasione per conoscere meglio l’uomo Gainsbourg, oltre che l’Artista. Una persona che - come scrive lo stesso Bauducco - “ha inseguito per tutta la vita il Mito della Purezza, consapevole del fatto che ne avrebbe attinto poco più che un riflesso, e che soltanto la Perdizione gli avrebbe concesso almeno di guardarla in viso.”
Articolo del
21/07/2006 -
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