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Lucy D.
Dracula
2006
Barbera Editore
di
Matteo Strukul
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Non è per niente facile reinventare un mito, è un’operazione rischiosa perché comporta quasi inevitabilmente un confronto con l’originale, un po’ come quando si esegue la cover di un brano famoso. Sgombriamo fin da subito il campo da qualsiasi dubbio. Pur intitolandosi “Dracula” quello di Lucy D. non è affatto una versione aggiornata del celebre romanzo gotico di Bram Stoker. L’elegante sensualità che pervade come un fremito le pieghe della storia, l’ambiguità affascinante dei protagonisti e la raffinata scrittura fanno piuttosto venire a mente un possibile parallelo con le atmosfere poeticamente decadenti di “Intervista col Vampiro” di Anne Rice. L’autrice cagliaritana che si cela sotto il nome di Lucy D. – e che era già stata “Pornosnob” nel suo esordio sempre per la cricca di Barbera Editore – pare infatti giocare con i nomi piuttosto che usare davvero i personaggi del grande scrittore irlandese. Una scelta, questa, che denota umiltà e intelligenza e che le consente di confezionare un intrigante pastiche di genere, noir ovviamente, che funziona in modo ineccepibile fino alla fine. Capita così che in una Cagliari trasfigurata e notturna, tagliata dalle luci dei locali e ammantata d’ombre e mistero, una sofisticata e avvenente vampira faccia a pezzi gli uomini per spegnere la propria sete di sangue. Tradita dalla sua stessa ingorda avidità, Lucy si ritrova ben presto con un’irriducibile detective alle calcagna e un numero di morti sempre crescente su cui dover fornire spiegazioni. In un romanzo che miscela con abilità horror ed erotismo, thriller e noir, Lucy D. fa sfoggio di una capacità narrativa invidiabile, a patto di non cadere, come a tratti succede, in un autocompiacimento un po’ sterile e di evitare di indugiar troppo nello stereotipo della donna bella e fatale. Davvero apprezzabile però l’originale rovesciamento di prospettiva, qui per una volta c’è una donna che va letteralmente a caccia di uomini, e l’avvincente finale che scioglie in un pugno di pagine una trama efficace e ben architettata. Una scrittrice da tenere d’occhio quindi, una battitrice libera, di quelle che lasciano il segno… e questa volta per davvero.
Articolo del
02/11/2006 -
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