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L’immagine sgranata di Bertrand Cantat, il vocalist dei Noir Desir, occupa per intero la copertina di “Tu Mi Dai il Male”, e ci suggerisce il plot drammatico, a tratti sconvolgente, di questa seconda opera letteraria di Susi Brescia, autrice pugliese ed insegnante di Comunicazione, che si rivela davvero brava nel regalare al suo nuovo libro, nonostante l’argomento, un taglio spigliato e molto fluido che attanaglia il lettore, al punto da non permettergli pause o vie di fuga. Il testo si pone quasi a metà fra una biografia romanzata e un’indagine giornalistica e racconta in modo appassionato e coinvolgente l’incontro fatale fra il rocker francese Bertrand Cantat e l’attrice Marie Trintignant, figlia di Jean Louis, noto attore del cinema francese dei primi anni Settanta. La vicenda che ha appassionato la Francia nell’estate del 2003 è narrata all’interno di un impalpabile ponte che si crea fra le figure di Sara, una ricercatrice pugliese, e Francesca, fan dei Noir Desir, una ragazza sieropositiva che abita a Pezze di Greco, in provincia di Brindisi, una località mediterranea che intreccia il suo cuore caldo e solare con la lontana Vilnius in Lituania (l’unica città al mondo che ha dedicato una statua a Frank Zappa) sul set di “Janis e John”, il film per la tv sulla storia di Janis Joplin che Marie stava girando per la regia del marito, Samuel. E’ proprio a Vilnius che la storia d’amore bellissima, ma anche disperata e folle fra Bertrand e Marie, entrambi sposati e con figli, conosce il suo tragico epilogo. Al ritorno in albergo Bertrand rimprovera a Marie di avere un atteggiamento ambiguo, piuttosto complice con suo marito, mentre lui, per amore, aveva mandato a pezzi tutto, il suo matrimonio con Kristina, una splendida ragazza ungherese, e la relazione con i suoi i figli. Marie non ci sta, non accetta la sua aggressività verbale, gli grida di tornarsene dalla moglie, si avventa su di lui, lo picchia. Bertrand reagisce e la colpisce più volte con degli schiaffi. Marie viene appoggiata su un divano, lui è convinto che dorma, ma non è così. Dopo qualche ora viene accompagnata in ospedale, Marie è in coma profondo, è gravissima. Bertrand torna in albergo, assume tutti i medicinali che trova a portata di mano, e tenta il suicidio. Ma la cosa non gli riesce, la polizia lo trova steso a terra svenuto, in ospedale gli praticano una lavanda gastrica e lo salvano. Non si può fare nulla invece per Marie, che il 1 Agosto del 2003 cessa di vivere. Il libro racconta poi i giorni della carcerazione di Bertrand a Vilnius, ma le pagine più toccanti sono quelle dei primi incontri fra i due. Marie conosce Ann, la sorella di Bertrand, che le regala i cd dei Noir Desir, lui invece conosce lei solo per averla vista recitare sui un paio di film di Claude Chabrol. Quando Marie e Bertrand si incontrano restano “tutti e due senza parole e con il fiato corto” e si innamorano perdutamente l’uno dell’altro. Bertrand è diventato molto popolare in Francia e, dopo il successo di “Des Visages, Des Figures” l’album del 2002, e di un singolo come “Le Vent Nous Portera”, viene ormai considerato come il nuovo Jim Morrison. L’incontro con Marie è dolcissimo e destabilizzante, è rischioso, è fragile e un po’ folle, ma viene vissuto pienamente da tutti e due i protagonisti. Al primo momento di incertezza però, la gelosia, il dubbio, il rischio dell’abbandono e l’alcool prendono il sopravvento. L’ultima cosa che viene in mente dopo la lettura di questo bel libro è quella di mettersi lì a giudicare Bertrand: convivere con quel dolore, con la consapevolezza di aver messo fine all’esistenza della persona amata, è decisamente peggio di morire.
Articolo del
18/02/2007 -
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