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Pamela Des Barres è una rockstar, pur avendo inciso un solo disco, di nessun successo. È una rockstar perché ha vissuto una delle vite più rock’n’roll che si possano immaginare. E questo libro ne racconta la storia. Pamela è stata una delle prima groupie, giù negli anni 60, fenomeno tipico del rock’n’roll: da semplici fans un sacco di ragazze dai 14 ai 21 anni si trasformarono in accompagnatrici di uno o più gruppi rock, dando realtà e concretezza all’eccitazione sessuale che la musica dei suddetti trasmetteva al pubblico, e quindi ad esse. Le prime groupie erano però anche una sorta di rifugio spirituale delle rockstar, con alcune delle quali si instauravano vere e proprie amicizie e storie d’amore. “Sto con la band” racconta la trasformazione di Pamela, da piccola fan dei Beatles di Reseda, California, a groupie preferita di Chris Hillman (Byrds), Gram Parsons (Burrito Brothers), Jimmy Page (Led Zeppelin), Mick Jagger (Rolling Stones), Keith Moon (The Who), Noel Redding (Jimi Hendrix Experience), Waylon Jennings. L’unico con una famiglia “normale” è Frank Zappa. Ovvio che il libro sia una miniera inesauribile di aneddoti e retroscena sulla vita dei suddetti gruppi rock (ma non solo…) nel momento del loro massimo fulgore, tra la fine dei 60 e gli inizi dei 70, irrinunciabile per ogni rock fan. Qui si può leggere cos’ è successo nei camerini degli Stones subito dopo il fattaccio di Altamont, si possono conoscere gli strazianti incubi di Keith Moon che lo porteranno alla morte, leggerete pagine commoventi sulla tristezza esistenziale infinita di Gram Parsons e di come morì a Joshua Tree (e capirete perché gli U2 ci dedicarono un album, a quel luogo, altro che riferimento biblico…), rimarrete colpiti dalla gentilezza inaudita di due tipacci come Jimmy Page e Mick Jagger. Ma questo libro, ben scritto, è molto di più. Innanzitutto è uno spaccato sociale straordinario della realtà Usa e giovanile degli anni 60, una cronaca della perdita dell’innocenza dei perbenisti anni 50 a colpi di sesso. E poi un autentico romanzo di formazione in presa diretta, che segue una ragazza dalla pubertà all’età adulta. Le tre dimensioni di questo libro (aneddoti della mitologia rock, spaccato sociale, romanzo di formazione) sono perfettamente fuse l’una con l’altra. E il ritratto che ne esce è quello di un’epoca capace di ogni leggendario eccesso, ma piena di candore. E Pamela è proprio questo: una moderna Candide voltairiana che passa leggera tra meraviglie e orrori, alla scoperta del mondo e alla ricerca di se stessa. Commuovono le pagine del diario giovanile, zeppe di ingenuità Sixties. Consola che, dopo una vita passata a cercare di capire dove stesse la propria creatività, Pamela abbia trovato la risposta nello scrivere questo libro (e i tre seguiti, inediti in Italia): la sua creatività stava nel vivere una vita eccezionale.
Articolo del
23/04/2007 -
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