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Una lettura che gela il sangue e che lascia un sapore amaro in bocca. La tristezza è identica a quella di tutti coloro che raccontano il personale incontro con Roger Keith Barrett, in arte Syd: un artista che dicono sia impazzito per l’abuso smisurato di Lsd ed elevato allo status di mito. Tante leggende e troppe congetture su un uomo costretto ad affrontare il suo disagio alla luce dei riflettori e sotto lo sguardo invadente di chi avrebbe voluto vivere un’evasione come la sua e ha trovato un comodo rifugio dietro le spalle altrui per non riconoscere la propria condizione di malessere. “Crazy Diamond: il viaggio psichedelico di Syd Barrett” ripercorre, come tanti altri testi, la vita e le opere di Barrett, dalla fondazione dei Pink Floyd alla sua morte avvenuta esattamente un anno fa. Una storia degna di un eroe romantico e infarcita di misteri, fantasie e dicerie che fanno supporre quanto vittime dell’acido fossero più i suoi fanatici persecutori che lo stesso Barrett. Per i vicini, che raccontano di averlo sentito latrare nella sua casa di Cambridge, si può provare solo profonda pena, come per tutti coloro che lo hanno torturato con la loro viziosa curiosità. Un’altra biografia dettagliata, che conferma per l’ennesima volta l’indubbio talento artistico di Syd e la sua estrema sensibilità. Tanti volti di uno stesso uomo su cui il mistero resterà per sempre, nonostante si tenti continuamente di ricostruire le sue esistenze, pubblica e privata. In queste 244 pagine, si intrecciano le versioni di parenti, amici, conoscenti (veri o presunti) estimatori ed estranei: i ritratti della sorella Rosemary, la persona a lui più vicina, le dichiarazione dei restanti Pink Floyd, gli aneddoti degli amici e delle compagne fino agli avvistamenti dei giornalisti alla ricerca disperata di un ultimo colloquio. Innumerevoli interventi a testimoniare altrettante verità che non porteranno mai a un risultato univoco, ammesso che a qualcuno interessi davvero arrivarci, visto che ora non serve a nulla sapere di chi o cosa sia stata la colpa, e soprattutto che il valore delle opere di Syd Barrett resterà in eterno, indipendente dall’uscita di nuove indiscrezioni. “Crazy Diamond: il viaggio psichedelico di Syd Barrett” è opera di Mike Watkinson e Pete Anderson, due giornalisti britannici, considerati i massimi esperti di quello che viene definito il “caso Barrett”, per quanto si possa ridurre Syd a un caso. La biografia, completa di foto, è arricchita da alcuni interessanti capitoli finali che riportano l’intera produzione artistica di Barrett, i tributi a lui dedicati e le cover dei suoi pezzi. Trovano spazio anche alcune pagine in cui gli autori svelano la fine fatta dalle persone appartenute alla vita di Syd e ripetutamente menzionate nel libro. Un documento preciso per chi volesse ricostruire con dovizia le tappe della vita di Roger, poi di Syd e poi ancora di Roger, raccontato dalle voci di chi lo ha conosciuto, chi più e chi meno. Il mio stato d’animo a fine lettura è di rammarico, perché dopo tante parole scritte su Barrett non ho nessun nuovo elemento utile a capirlo, se non la sua immortale musica; mi restano frammenti di vita privata che, in fondo, non ha alcun senso conoscere. Arrendiamoci: la missione è impossibile, perché non esistono parole al mondo in grado di raccontare un Genio!
Articolo del
10/07/2007 -
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