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Certo, è indubbio: per leggere questo libro bisogna essere o fans dei songwriters intervistati o reali appassionati di musica. Me il bello è che se rientrate come me nella seconda categoria (mi piace da morire solo Bacharach), non avrete bisogno di essere fans di questo o di quello tra i personaggi che compaiono in questa bella raccolta di interviste a cura di Paul Zollo. È una cosa strana e per certi versi magica come il processo tecnico della composizione e i ricordi ad esso legati finiscano per essere così dannatamente umani e coinvolgenti. Sicuro, se suonate, certe dichiarazioni su accordi e cambi di tonalità vi manderanno in sollucchero. Ma anche se non avete mai toccato uno strumento diverso dal vostro Ipod troverete di che essere ammaliati da questo libro. Attraverso le memorie legate alle canzoni composte un tempo o dietro alle spiegazioni sui metodi di composizione, abbastanza incredibilmente eppure innegabilmente si squaderna l’umanità che vive in queste persone che siamo abituati a vedere e considerare nei loro panni di star o antistar. Forse l’intervista più bella ed emozionante di questo libro, ad esempio, è quella alla donna più odiata del rock: Yoko Ono. Chi leggendola, non provasse profonda empatia prima e simpatia poi per quest’artista, ha di certo un cuore di pietra. Ma anche la quieta laboriosità quotidiana di un Burt Bacharach, la sua conquista giorno per giorno di un proprio spazio lavorativo e artistico ce diventa ritratto di un’epoca; o lo scavo meticoloso, fatto di quieta furia, di Leonard Cohen tra le pieghe di una canzone per giungere alla sua sfaccettatura definitiva regalano inaspettati e vibranti frammenti di vita autentica. Per i più tecnici, nel momento in cui crederanno di aver carpito il segreto della composizione musicale arriverà una Rickie Lee Jones o una Suzanne Vega a buttere per aria le carte in tavola. In più, il testo è ottimamente tradotto, come tradizione di Minimum Fax, anche se una pecca bisogna segnalarla: a pagina 82, quando Leonard Cohen parla di bubble-gum, non si riferisce certo alla gomma da masticare, ma un genere musicale di facile consumo sorto alla fine dei 60. Un peccato che non oscura la bellezza del libro. Tra Burt Bacharach e Hal David, David Byrne, Leonard Cohen, John Fogerty (Creedence Clearwater Revival), Rickie Lee Jones, Mark Knopfler, Roger McGuinn (Byrds), Yoko Ono, Tom Petty, REM, Carlos Santana, Steely Dan, Townes Van Zandt. Suzanne Vega e Frank Zappa un’ottima lettura anche sotto l’ombrellone e la dimostrazione di come l’intervista può diventare un genere letterario.
Articolo del
14/08/2007 -
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