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Negli ultimi tempi, l’editoria musicale in Italia si sta dimostrando particolarmente “illuminata”: infatti, più o meno di recente, sugli scaffali delle librerie sono arrivati testi importanti come Rip It Up And Start Again di Simon Reynolds (titolo della traduzione italiana: Post-punk 1978-1984, Isbn Edizioni), Ramones. An American Band (Ramones. La biografia ufficiale, Arcana) e American Hardcore di Steven Blush (Shake edizioni) (tra parentesi: speriamo che prima o poi qualcuno si decida a pubblicare in italiano anche l’ottimo Our Band Could Be Your Life – Scenes from the American Indie Underground 1981-1991 di Michael Azerrad). Si noti bene: tutti i testi citati sono traduzioni di opere in inglese, e spesso, anche per l’oggettiva qualità di molte biografie o di tanti saggi provenienti da Inghilterra o Stati Uniti, gli editori puntano soprattutto su titoli “stranieri” da inserire nel proprio catalogo. Però, a volte, capita di trovare in libreria saggi di autori italiani che nulla hanno da invidiare ai testi realizzati dalle penne più prestigiose della critica musicale internazionale. Morrissey & The Smiths si inserisce in questa fortunata categoria, perché offre al lettore un quadro molto esauriente della carriera degli Smiths e del Morrissey solista, senza dilungarsi molto sugli aspetti biografici del gruppo – evitando così di impaludarsi sui particolari anche meno rilevanti, come spesso accade in opere della stessa tipologia – e optando per un approfondimento dei testi e dell’immaginario del buon “Moz”. Siamo disposti a scommettere che sia i fan di stretta osservanza del gruppo, sia quelli che magari apprezzano solo qualche canzone del repertorio di Morrissey, ma vogliono saperne di più su questa icona della musica britannica, non potranno trovare meno che affascinante l’universo di citazioni e rimandi individuati e analizzati in questo saggio: che si parli di Free Cinema, letteratura o riferimenti alla società e all’attualità inglese del tempo, Cianfriglia sviscera la poetica del cantante, e le modalità e l’abilità con cui ha saputo costruire i suoi brani a partire anche solo dalle suggestioni ricavate dalla visione di un film o dalla lettura di un libro. Tutto questo, senza sminuire il Morrissey che cita o rielabora, e anzi sottolineandone la centralità come songwriter con la “s” maiuscola. Il testo è completato da note molto interessanti, e da una discografia “impressionante” per completezza e informazioni contenute (vengono indicati anche i “matrix message” di album e singoli). Consigliatissimo.
Articolo del
01/09/2007 -
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