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Non è necessario essere amanti del blues o fans di Roberto Ciotti per leggere e gustare questa sua autobiografia, corredata da un cd in cui rilegge in acustico alcune delle sue più belle pagine. Dal cd il titolo del libro, certo. Titolo che è da prendere nel suo vero significato di “Scollegato”, dalle correnti e dalle mode, che è il senso profondo di una vita vissuta sempre non “controcorrente”, ma per conto proprio, “on his own”. È qui che sta il bello del libro, ciò che lo rende appetibile da chiunque, perlomeno per tre quarti della sua estensione: il racconto di una vita viva, vissuta col cuore, insofferente alle norme che non fossero dettate dalla propria passione. È ciò che porta il piccolo Roberto a rinunciare fin da piccolo a una promettente carriera calcistica perché “l’ambiente era molto rigoroso, disciplinato e questi aspetti non mi piacevano”. Non starò a raccontarvi la vita di Ciotti, perché è in questa scoperta che sta il bello del libro. Ma vi parlerò del senso di libertà e fedeltà alla propria anima che permea le pagine del libro, dell’aura fantastica che pervade la scoperta della musica beat prima e blues poi, delle prime importanti esperienze e dei primi grandi incontri, della scelta di vivere lontano dall’Italia degli anni 70 non solo geograficamente (scoprite voi dov’è stato questo bluesman dal facciolone tondo e aperto che più romano non si può), ma anche spiritualmente, leale a un originario spirito hippie tradito dalle lotte politiche nostrano. Vedrete come Ciotti fu capace di crearsi la sua Macondo personale rimanendo a Roma o come le trasvolate oceaniche non siano state capaci di sedurlo. Amori, musiche, amicizia, viaggi, incontri tra i più svariati e (de)scritti semplicemente ma efficacemente vi terranno avvinti a questa singolare esperienza umana, che sembra perdere un po’ di colpi solo negli ultimi anni. Ma vabbé, sarà l’età. O forse io che non ho capito bene. Bel libro dunque. E cd che piacerà agli appassionati del blues e di questo bluesman che suonò con il Bennato e il De Gregori degli anni d’oro, collaborò con Chet Baker (il batterista dei Cream) e Gabriele Salvatores, aprì i concerti di Hendrix e Marley. Unica pecca: i nomi dei brani visualizzati dal lettore cd non corrispondono ai titoli scritti nell’ultima pagina del libro, che son quelli veri. Una distrazione che si poteva evitare.
Articolo del
24/09/2007 -
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