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Impossibile non appassionarsi al ricordo di Janis Joplin, personaggio simbolo della controcultura americana di fine anni Sessanta, la prima vera interprete femminile della stagione del rock, una giovane donna fragile, disperata e sincera, ma che nella sua musica, furente, elettrica e tinteggiata di blues, trovava quella forza, quel riscatto, di fronte ai numerosi torti che gli presentava puntualmente la vita. Janis non ha avuto modo di diventare vecchia, d’altra parte neanche lo voleva. Ha vissuto a modo suo, sempre fino al limite, i sogni e le illusioni del Flower Power, ben consapevole che non sarebbe durata. Cercava nel pubblico quell’amore che nella vita privata invece non trovava sbocchi. Ne ha sempre ricevuto tanto, anche quando si accompagnava a band di musicisti improvvisati, e senza talento. Era lei che la gente guardava sul palco, erano le sue urla spezzate, ora tenere, ora drammatiche, che il pubblico voleva ascoltare. E’ morta giovane, come le altre grandi J del rock alternativo degli U.S.A.(mi riferisco a Jim Morrison e a Jimi Hendrix). Ma non cercate in questo libro una sua biografia, non è questa l’operazione che Massimo Cotto, per tanti anni voce di Radio Rai e critico musicale apprezzato, ha voluto fare. Il testo infatti si sofferma sulle canzoni eseguite da Janis Joplin, brani generalmente scritti da altri, che però lei interpretava con una adesione totale e che talvolta modificava, almeno in parte, al punto da farli diventare suoi. Potrete ritrovare i testi tradotti di canzoni come “Bye Bye Baby”, “Women Is Losers” e “Down On Me”, commenti e dettagli sulle sue versioni di “Move Over” e di “All Is Loneliness”, rivelazioni su “Piece Of My Heart”, su “Try (Just a little Bit Harder)”, sulla fantastica “Kozmic Blues” e ancora sulla quanto mai autobiografica “Little Girl Blue”. Il libro è corredato da una discografia a colori e si rivela davvero interessante per quanti hanno vissuto da vicino quel periodo e volessero saperne di più su come Janis viveva il suo rapporto così intimo ed esclusivo con il rhythm & blues. Consigliato.
Articolo del
02/11/2007 -
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