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Trovandomi a girovagare in una libreria, senza un’idea precisa di cosa acquistare ma comunque deciso a farlo, perché la voglia di leggere qualcosa di nuovo è decisamente forte, il mio cervello segue percorsi obbligati e ormai noti. Step one: autore e titolo, se già mi dicono qualcosa, se stimolano ricordi, suggestioni mediatiche, sentimenti sopiti, sono un pezzo avanti. Step two: non alternativo al primo bensì logicamente parallelo: la copertina, foto confuse, sprazzi colorati, disegni abbozzati o astratti mi attraggono irresistibilmente, e allora, se l’autore non mi aveva detto nulla o mi era sfuggito, riconsidero lo step one. Step three: seconda e terza di copertina, note di trama e biografia dell’autore, non che siano fondamentali ma un abboccamento lo danno. Step four: inizio, fine oppure un brano a caso del libro, è la soluzione finale, quasi sempre risolutiva. Nel caso dei due libri in questione, devo ammetterlo, il solo aver sbirciato l’autore ha influito irrimediabilmente sull’acquisto: Takeshi Kitano, il grande Beat Takeshi, per “Asakusa Kid”, inedito racconto sugli sgangherati esordi comici dell’autore (Piccola Biblioteca Oscar Mondatori, 204 pp., € 6,80); Pedro Almodovar per “Fuoco nelle viscere”, stralunato romanzo breve del 1981, dell’Almodovar “movida style” tra “Pepi, Lucy …” e “Labirinto di passioni” (sempre Piccola Biblioteca, 109 pp., sempre € 6,80). Le copertine coloratissime e intriganti hanno peraltro fortificato la decisione, spingendomi addirittura a saltare la lettura dei risvolti di copertina. Che bisogno c’è di avere indicazioni sulla trama o sull’autore, quando un libro porta la firma del regista di Hanabi o di quello di Tutto su mia madre (ho scelto due titoli esemplificativi, la loro filmografia meriterebbe ben altro!)? Per convincervi all’acquisto, se mai ce ne fosse bisogno, passo allo step four, riportando l’inizio di “Asakusa Kid” e il finale di “Fuoco nelle viscere”. A.K.:- Un primo pomeriggio, in piena estate, alla fine del mese di luglio, un ragazzo in canottiera, short e ciabatte da spiaggia sbarcava nel sesto distretto di Asakusa a Tohyo… Quel tipo ero io. Era il 1973… F.N.V.:- Le tre donne continuarono a parlare e cucinare. Dopo la cena erano un po’ ubriache. Questo le aiutò a non ignorare il letto. Buona lettura…
P.S. Da non perdere la trascrizione di sketch celebri di Beat Takeshi e il saggio di Daniele Brolli su Almodovar (“Realtà di scarto”), degne chiose di cotanti libri.
Articolo del
18/03/2003 -
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