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Saggio illuminante per chi volesse addentrarsi nell’universo bizzarro di Roky Erickson e dei 13th Floor Elevators. L’autore ricostruisce minuziosamente la storia del gruppo: gli esordi (le esibizioni degli Spades, a metà degli anni Sessanta, e l’ingresso del cantante nella band), l’intensa attività concertistica, la formazione dei 13th Floor Elevators (con la line-up composta inizialmente da Erickson, Stacey Sutherland, Benny Thurman, John Ike Walton e Tommy Hall) e i primi successi, l’incisione, tra diverse vicissitudini, degli album che consegnarono il complesso alla leggenda (soprattutto The Psychedelic Sounds Of, uscito nel novembre 1966, e Easter Everywhere, pubblicato nell’ottobre 1967). Del racconto di Drummond colpiscono in particolare le vicende legate alla vita di Roky Erickson (oggi tornato a calcare il palco, alla soglia dei sessantuno anni): artista votato non tanto alla dissolutezza secondo gli stilemi del rock and roll quanto a una quasi–autodistruzione dovuta all’assunzione esponenziale di sostanze allucinogene che lo fecero progressivamente “uscire di testa”. Le pagine che riguardano la permanenza di Erickson negli ospedali psichiatrici e, in particolare, nel Rusk State Hospital for the Criminally Insane (nel 1969), dati anche i suoi continui problemi con la legge, ritraggono una persona vulnerabile: uno spostato a un passo dal perdersi in una dimensione del tutto slegata dal mondo reale (il cantante dichiarò persino di essere in contatto con gli extraterrestri, di cui percepiva i messaggi attraverso un dente). Oggi le condizioni del vocalist e chitarrista – che dopo lo scioglimento del gruppo intraprese una carriera solista – paiono decisamente migliorate; tuttavia, dal punto di vista di un comune mortale la tranquillità sembra ancora lontana: Drummond ci informa che Erickson a casa tiene costantemente accesa una miriade di radio a transistor e televisioni sintonizzate su stazioni diverse, perché quel rumore bianco serve a distogliere la sua attenzione dalle voci che “sente” in testa. Per il resto, Eye Mind spiega con dovizia di dettagli il credo e la poetica dei 13th Floor Elevators (sottolineando l’importanza del dispotico Tommy Hall, compositore dei testi, suonatore del jug e soprattutto teorico della visione artistico–filosofica della band), l’importanza dell’acido lisergico assunto non per sballarsi ma per allargare le porte della percezione, la rilevanza dell’artwork delle copertine e del messaggio dei dischi, gli arresti per possesso di droga e la costante “persecuzione” delle autorità, che cercarono in ogni modo di mettere i bastoni fra le ruote a quella combriccola di scoppiati (avrebbero potuto traviare la gioventù perbene). Non mancano aneddoti interessanti e curiosità varie: ad esempio, all’Lp Live, registrato in studio ma spacciato per album dal vivo, vennero aggiunti applausi e grida d’entusiasmo del pubblico incisi durante un incontro di boxe. Una lettura impegnativa (414 pagine di testo), a volte anche un po’ noiosa per la ripetitività degli eventi narrati, ma che non mancherà di soddisfare gli appassionati del complesso e dell’Erickson solista. Poco probabile, purtroppo, che qualche editore illuminato lo faccia tradurre in italiano. Chissà...
Articolo del
26/03/2008 -
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